Purtroppo non ce l'ha fatta l'esemplare salvato dal piccolo Gabriele. L'animale aveva superato l'intervento chirurgico per l'estrazione dell'amo che aveva ingoiato, ma non ha superato una crisi dovuta a un groviglio di lenza e plastica che aveva ingerito.
AGGIORNAMENTO 25/07/2019 Purtroppo non ce l’ha fatta l’esemplare salvato dal piccolo Gabriele. L’animale aveva superato l’intervento chirurgico per l’estrazione dell’amo che aveva ingoiato, ma non ha superato una crisi dovuta a un groviglio di lenza e plastica che aveva ingerito.
“Ne ha determinato l’occlusione intestinale, provocando un’infezione che ne ha poi determinato la morte prima che potesse intervenire con altro intervento chirurgico”, spiegano i veterinari del CReS di Oristano dove era ricoverato.
Vi avevamo raccontato la sua storia
Una tartaruga Caretta caretta è stata salvata dalle conseguenze dell’inquinamento marino da un bambino.
È accaduto sulla spiaggia di Villaputzu, in Sardegna. Il piccolo Gabriele ha notato l’esemplare di tartaruga nei pressi della riva, intrappolata in un rifiuto di plastica.
Il bambino ha avvisato immediatamente i genitori, che hanno poi provveduto a contattare il Corpo Forestale di Muravera.
L’intervento tempestivo di Gabriele è stato decisivo: la tartaruga è stata infatti trasferita in una struttura specializzata di Oristano, dove i veterinari hanno provedduto a soccorrere e salvare la vita dell’animale.
Oltre alla plastica avvolta attorno al corpo della tartaruga, i medici hanno rilevato anche la presenza di un amo conficcato nella bocca dell’animale. L’amo è stato rimosso attraverso un’operazione chirurgica e per i prossimi giorni l’esemplare sarà tenuto sotto osservazione, prima di essere rimesso in libertà.
La tartaruga salvata dal piccolo Gabriele è solo l’ultimo degli animali rimasti vittima dell’inquinamento dei nostri mari, ormai invasi da resti di plastica.
Grazie alla prontezza e alla sensibilità del bambino, questa volta è stato possibile salvare la vita all’esemplare, ma sono tantissimi gli animali che purtroppo muoiono dopo aver ingerito o essere rimasti impigliati nei rifiuti di plastica che raggiungono l’ambiente marino.
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Tatiana Maselli