Una tartaruga caretta caretta uccisa e legata a un masso. È successo a Taranto, dove sabato è stato scoperto questo grave atto di bracconaggio. Il corpo dell'animale infatti era stato legato al sasso per trattenerne il corpo sul fondale e nasconderlo
Una tartaruga caretta caretta uccisa e legata a un masso. È successo a Taranto, dove sabato è stato scoperto questo grave atto di bracconaggio. Il corpo dell’animale infatti era stato legato al sasso per trattenerne il corpo sul fondale e nasconderlo.
Gaetana, è questo il nome dato alla tartaruga dai volontari WWF che l’avevano curata, era una femmina adulta lunga 73 centimetri, larga 66,5 centimetri e con un peso di 51,9 chilogrammi. Era stata recuperata nei pressi del Parco Cimini a Taranto il 9 gennaio del 2017 ed era stata subito presa in cura dal personale dell’Oasi WWF di Policoro.
Una volta ristabilita la caretta caretta era stata liberata a Parco Cimino il 10 aprile scorso. Una nuova vita in mare per lei. Ma purtroppo il suo ritorno in mare è durato solo pochi mesi.
Sabato il suo corpo è stato ritrovato da una pattuglia dell’associazione Arpec Puglia, che ha avvistato i volontari del WWF di Taranto.
Il raccapricciante ritrovamento è apparso subito come una vera e propria esecuzione. Ciò ha fatto scattare l’allerta tra le autorità competenti: Carabinieri, Guardia Costiera, ASL ed Aeronautica (la tartaruga è stata infatti rinvenuta presso la S.V.T.A.M. Scuola (Scuola Volontari di Truppa dell’Aeronautica Militare di Taranto) sono accorsi immediatamente sul posto. Il magistrato ha disposto l’avvio di indagini approfondite per individuare l’autore di questo gesto così meschino e brutale.
“Il WWF che con il suo ufficio legale ha già avviato tutti gli approfondimenti per valutare una eventuale costituzione di parte civile contro chi si è macchiato di questo orribile crimine di natura chiede alle autorità competenti di fare piena luce su quanto accaduto individuando al più presto l’autore di questo gesto raccapricciante. Il WWF chiede inoltre alle istituzioni di Taranto un impegno straordinario di sorveglianza contro la pesca illegale all’interno del Mar Piccolo dove la pesca con le reti è vietata oltre che un tavolo permanente sulla salvaguardia del Mar Piccolo” fa sapere l’associazione.
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Immagini troppo tristi, difficili anche da guardare. Una violenza immotivata che deve essere punita duramente.
Francesca Mancuso