Il tardigrado può sopravvivere davvero a tutto: è il primo animale “entangled quantistico” nella storia?

Il fenomeno dell'entanglement quantistico è stato applicato per la prima volta ad un organismo pluricellulare

Il fenomeno dell’entanglement quantistico è stato applicato per la prima volta ad un organismo pluricellulare. Ma non tutti gli scienziati concordano sulla riuscita di questo esperimenti

Un esperimento condotto dai ricercatori dell’Università di Singapore, unico nel suo genere, ha dimostrato che un organismo vivente può sopravvivere ad un’esperienza di entanglement quantistico: l’organismo scelto per lo studio è un esemplare di tardigrado proveniente dalla Danimarca. I tardigradi (detti anche orsi d’acqua) sono minuscoli animaletti noti per la loro incredibile resistenza agli urti, alle temperature estreme, alla mancanza di ossigeno, persino ai proiettili (come dimostrato in questo assurdo studio), grazie alla sua capacità di entrare in uno stato di quiescenza – una specie di ibernazione – che gli assicura la salvezza.

L’entanglement quantistico, invece, è uno dei più misteriosi fenomeni relativi alla meccanica quantistica, sul quale ancora oggi non tutti gli scienziati concordano. Si tratta, in pratica, di un legame (un entanglemente appunto) fra due o più sistemi fisici che si influenzano l’un l’altro anche se fisicamente sono lontani: un cambiamento nello stato di un sistema comporta un cambiamento anche nell’altro sistema.

Gli scrittori di fantascienza sono stati molto stimolati dalle potenziali implicazioni di questo entanglement, anche su scala umana, e hanno immaginato fenomeni come il teletrasporto – ma la realtà applicativa è ben più limitata. Inizialmente pensato per essere applicato solo al mondo delle particelle subatomiche, questo legame è stato via via applicato ad oggetti sempre più complessi – fino alla forma di vita pluricellulare rappresentata dal tardigrado, che è stato collegato a due circuiti elettrici.

Per capire l’esperimento è necessario una laurea in fisica, ma proveremo a spiegarlo in modo semplice. L’obiettivo del team di ricercatori è stato quello di dimostrare la possibilità di fare uno studio quantistico su un sistema (il tardigrado) senza minare le sue funzioni biologiche. Il minuscolo animaletto è stato “ibernato” ad una temperatura inferiore allo zero: in condizioni così estreme per la vita, il tardigrado disattiva le sue funzioni vitali e riduce di due terzi la sua lunghezza.

Successivamente, il tardigrado è stato posizionato tra sue piastre di un circuito superconduttore che ha dato vita ad un bit quantistico (QUBIT B): il circuito contenente il tardigrado, poi, è stato accoppiato ad un circuito vicino (QUBIT A). L’esperimento ha dimostrato che una qualsiasi modifica negli stati quantistici dei qubit produceva cambiamenti anche nel tardigrado. A diciassette giorni di distanza dall’esperimento, il tardigrado è stato liberato e riscaldato a temperatura ambiente, dimostrando il mantenimento delle sue funzioni vitali.

C’è grande scetticismo attorno a questo studio, pubblicato per ora solo in peer-preview, e non tutti gli scienziati sono certi della sua riuscita e delle implicazioni che questo possa avere per il nostro futuro. Del resto, la specie umana (come anche molti animali) non è in grado di sospendere le proprie funzioni vitali entrando in uno stato di ibernazione, e questo renderebbe impossibile l’applicazione della scoperta appena fatta alla nostra specie.

Ma, soprattutto, viene da chiedersi se il povero tardigrado abbia poi voglia di diventare il primo possibile “animale quantistico”… Sarà vero che possono resistere a tutto, ma non per questo siamo autorizzati a rischiare le loro vite.

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Fonte: arXviv

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