Un nuovo studio ha scoperto che le scimmie adottano l’accento delle altre specie se si trovano in un territorio condiviso
Un nuovo studio ha scoperto che le scimmie adottano l’accento delle altre specie se si trovano in un territorio condiviso. I primati dell’Amazzonia brasiliana adattano i loro richiami per farsi capire meglio dai vicini.
Le scimmie utilizzerebbero “accenti” diversi quando altre specie entrano nel loro territorio per migliorare la comunicazione – un po’ come un inglese che vive negli Stati Uniti finisce per “sporcare” il proprio accento british. I ricercatori hanno indagato il comportamento di 15 gruppi di primati appartenenti a due specie che vivono nell’Amazzonia brasiliana: il tamarino calvo (Saguinus bicolor) e il tamarino dalle mani gialle (Saguinus midas). Il tamarino calvo (una specie a rischio estinzione secondo la IUCN Red List) vive nei dintorni della città di Manaus, mentre il tamarino dalle mani gialle ha come habitat la regione nord-orientale dell’Amazzonia.
Diversamente dagli umani, i primati non usano un’ampia varietà di lingue, ma hanno un numero fisso di ‘richiami’ all’interno del loro repertorio vocale che comprende un ventaglio di contesti – dalle minacce ai rivali ai rituali per l’accoppiamento. Non possono imparare nuovi richiami, secondo quanto emerso dallo studio, che ha comparato registrazioni di richiami delle due specie in tre aree diverse – una prima, abitata esclusivamente da tamarini calvi, una seconda popolata dai tamarini dalle mani gialle e una terza che vede la convivenza delle due specie. L’ascolto ha dimostrato che i tamarini dalle mani gialle hanno adottato i richiami dei loro vicini nella regione in cui vivono insieme.
Il richiamo dei tamarini dalle mani gialle diventa molto più simile a quello dei tamarini calvi, e riteniamo che la ragione di questo sia il fatto che essi condividono la stessa area: quando si appartiene a specie molto simili e si condivide l’habitat si è in forte competizione per le risorse, perché si hanno gli stessi bisogni e lo stesso regime alimentare – spiega il professor Jacob Dunn dell’ Anglia Ruskin University, autore dello studio. – C’è bisogno di un richiamo che sia comprensibile per l’altra specie, in modo da poter risolvere le dispute territoriali. Nel nostro caso, le due specie parlano praticamente lo stesso linguaggio, ma hanno bisogno di comprendere i reciproci accenti.
Fonte: SpringerLink