Anche Taiwan dice basta all'avorio. Il paese ha annunciato la chiusura del mercato nazionale dell'avorio entro il 2020. Dopo lo storico divieto della Cina, adesso arriva anche quello di Taiwan, un ulteriore passo verso la chiusura globale dei mercati dell'avorio in tutto il mondo
Anche Taiwan dice basta all’avorio. Il paese ha annunciato la chiusura del mercato nazionale dell’avorio entro il 2020. Dopo lo storico divieto della Cina, adesso arriva anche quello di Taiwan, un ulteriore passo verso la chiusura globale dei mercati dell’avorio in tutto il mondo.
Il Consiglio dell’Agricoltura di Taiwan ha proposto una serie di emendamenti alla legge sulla conservazione della fauna selvatica che porterebbero all’eliminazione graduale del mercato dell’avorio entro i prossimi due anni, raccomandando anche sanzioni severe per chiunque sia coinvolto nel commercio illegale.
L’importazione e la riesportazione di avorio è vietata a Taiwan dal 1989 mentre il commercio interno finora era considerato legale solo per gli stock registrati nel 1995.
Casi recenti hanno tuttavia evidenziato un problema persistente legato al commercio illegale di avorio nella regione. Uno di questi si è verificato il 4 marzo 2018, quando un individuo è stato catturato con l’accusa di contrabbandare intagli di avorio nascosti a Taipei da Osaka, in Giappone.
L’annuncio di Taiwan segue impegni simili da regioni vicine come Hong Kong, il cui Consiglio legislativo all’inizio di quest’anno ha votato a favore di una legge storica che pone fine al commercio interno di avorio entro il 2021.
“L’annuncio rappresenta un ulteriore passo in avanti per la conservazione degli elefanti africani. Oltre all’avorio delle scorte esistenti, dovrebbero essere prese misure per contrastare le importazioni illegali di avorio a Taiwan” ha detto Joyce Wu, Senior Program Officer di TRAFFIC.
Il divieto è in vigore da gennaio 2018 anche in Cina, dove sono in atto una serie di iniziative per contribuire a ridurre ulteriormente la domanda e il consumo di prodotti di avorio. Tuttavia, ciò potrebbe spostare il commercio illegale verso i paesi asiatici che possono ancora contare sulla copertura dei commercianti legali rimasti.
Spiega il WWF che mercati nazionali dell’avorio come quelli di Vietnam, Cambogia, Laos, Giappone e Birmania stanno fornendo ai visitatori prodotti provenienti dalla Cina. Per questo l’associazione invita anche i governi degli altri paesi asiatici a seguirne l’esempio, intensificando gli sforzi per proteggere gli elefanti decimati negli ultimi anni a causa di un bracconaggio senza freni.
“È il momento di aumentare i nostri sforzi per il contrasto alla criminalità che controlla il commercio illegale di natura, un giro d’affari milionario secondo solo a quello delle armi e della droga”, ha detto Isabella Pratesi, direttore Conservazione WWF Italia.
Circa 20.000 elefanti africani ogni anno vengono uccisi soprattutto a causa della domanda di avorio proveniente dall’Asia. Solo nell’ultimo decennio, le popolazioni di elefanti africani sono diminuite di oltre il 20%. In tutti sono 415.000 gli esemplari rimasti.
Una piccola vittoria, soprattutto se le intenzioni di Taiwan dal 1° gennaio 2020 si tradurranno in realtà.
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Francesca Mancuso