Dagli Stati Uniti arriva una buona notizia che aspettavamo da anni. Una nuova legge, firmata dal Presidente Biden, stabilisce che non è più obbligatorio testare i nuovi farmaci su animali, prima di poter avere l'approvazione della FDA
È veramente un deciso cambio di rotta – che potremmo definire “svolta storica” – quello avvenuto negli Stati Uniti che, a fine dicembre, hanno approvato una nuova legge. Questa stabilisce che non è più necessaria la sperimentazione su animali prima della messa in commercio di nuovi farmaci.
Sono anni, se non decenni, che le associazioni animaliste di tutto il mondo si battono per ottenere questo risultato in ogni Paese, così da mettere fine – una volta per tutte – a tale pratica crudele nei confronti degli animali e in alcuni casi anche inutile (dato che non sempre i risultati che si ottengono su un topo sono poi gli stessi sugli esseri umani).
Ora negli Usa questo è diventato realtà e non è cosa di poco conto, considerando il ruolo di questo Paese nella ricerca e produzione di nuovi farmaci.
La nuova legge bipartisan FDA Modernization Act 2.0, proposta dal senatore statunitense Rand Paul (R-KY), di fatto revoca l’obbligo di sperimentazione sugli animali prima dei test sull’uomo. Dunque, la Food and Drug Administration (FDA) non richiederà più test su animali come topi, scimmie o cani, prima di approvare nuovi farmaci.
Come ha dichiarato il senatore Paul:
L’FDA Modernization Act 2.0 accelererà l’innovazione e porterà farmaci più sicuri ed efficaci sul mercato più rapidamente, riducendo la burocrazia che non è supportata dalla scienza attuale, e sono orgoglioso di aver guidato la carica. L’inclusione di questo sforzo bipartisan è un passo avanti verso la fine della sofferenza e della morte inutile dei soggetti dei test sugli animali.
Questo significa che la sperimentazione sugli animali sparirà completamente negli Usa? Purtroppo no, come specifica una nota dell’ufficio stampa del senatore Rand Paul, la nuova legge:
Non vieta completamente i test sugli animali, ma consente agli sponsor di farmaci di utilizzare metodi alternativi laddove siano adatti.
E noi ovviamente ci auguriamo che vengano scelti in ogni caso. Ma di quali alternative si tratta?
Qualche esempio l’ha fatto Namandjé Bumpus, capo scienziato presso la FDA che ha dichiarato:
Un topo o un roditore non sempre gestisce o elabora medicinali e sostanze chimiche nello stesso modo in cui fanno gli umani. Lo sviluppo di più sistemi in vitro basati su cellule umane, tessuti umani e modelli umani potrebbe, in alcuni casi, essere più predittivo.
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Fonte: Rand Paul Us Senator
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