Uno studio intercontinentale ha analizzato il battito d'ali del colibrì, isolandone incredibilmente il caratteristico suono.
Il colibrì è un piccolo uccello che si caratterizza per il particolare “ronzio” che produce battendo le ali fino a 40 volte al secondo. Ora uno studio intercontinentale ha provato a analizzare da vicino questo particolare rumore della natura. Le implicazioni della ricerca si riflettono anche nel mondo della tecnologia, con la produzione di apparecchiature più silenziose.
È risaputo che il colibrì è solito produrre un particolare ronzio quando volteggia fra i fiori. Ma solo adesso è diventato chiaro come le ali del piccolo uccello generano questo suono unico. I ricercatori della Eindhoven University of Technology (Olanda) e della Stanford University (Stati Uniti) hanno osservato meticolosamente i colibrì utilizzando 12 telecamere a alta velocità e ben 2176 microfoni. Con questa ricca attrezzatura hanno scoperto che le ali dei colibrì, malgrado la grande quantità di piume distribuite sulla loro superficie, generano un suono in modo simile a quello generato dalle ali più elementari degli insetti. (Leggi anche: La parabola del colibrì, l’insegnamento che non dimenticherai mai più)
Per la prima volta il team di ingegneri è riuscito a misurare la precisa origine del suono generato dalle ali in movimento di un animale in volo. Il ronzio del colibrì si origina dalla differenza di pressione fra la parte superiore e quella inferiore delle ali, che cambia sia in importanza che in orientamento quando le ali battono avanti e dietro. I ricercatori hanno combinato le diverse misurazioni in un modello acustico 3D delle ali di uccello e di insetto, offre importanti informazioni su come gli animali producano il suono sbattendo le ali.
Per arrivare a questo modello, gli scienziati hanno esaminato sei colibrì Anna – la razza più diffusa nel Nord America. Hanno fatto bere acqua zuccherata da un finto fiore in un ambiente naturale ricreato artificialmente dove, nascosti, vi erano telecamere, sensori e microfoni pronti a riprendere ogni battito d’ali dei piccoli uccelli. Oltre ad utilizzare strumentazioni di altissima tecnologia per catturare il ronzio dei colibrì, è stato necessario anche misurare le forze aerodinamiche che gli uccelli producono volando – e per questo è stato creato uno strumento apposito dal team di ricerca.
Benché non sia stato l’obiettivo principale della ricerca, la conoscenza ottenuta con questa analisi può essere utile anche per creare, in futuro, apparecchi elettronici più silenziosi – come droni, aspirapolvere o ventole dei computer. “Rendiamo il suono concreto, visibile, per poter creare dispositivi più silenziosi” dicono dal team di ricerca. “Dobbiamo capire come si genera il rumore per essere in grado di eliminarlo. L’inquinamento sonoro sta diventando un problema sempre più grave.”
Fonti: Eindhoven University of Technology / E-Life
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