Maiali ricoperti di escrementi e tettoie in eternit: è ora di chiudere per sempre questo allevamento

In un allevamento di Pavia, i suini sono ancora in condizioni inaccettabili, per questo Essere Animali chiede la chiusura

Le condizioni in cui versano i maiali di un allevamento a Santa Cristina e Bissone, in provincia di Pavia sono ancora gravi, la struttura è in condizioni critiche per gli animali, per l’ambiente e anche fonte di disagio per gli abitanti della zona, per questo Essere Animali si mobilita per chiedere la chiusura definitiva dello stabilimento.

Lo scorso anno scorso, Essere Animali che da anni si batte per i diritti degli animali e il loro benessere, aveva raccontato ciò che succedeva in un allevamento di maiali a Santa Cristina e Bissone, in provincia di Pavia.

“Qui abbiamo rinvenuto cadaveri in putrefazione abbandonati in un cassone senza alcuna copertura. Ci siamo tornati anche quest’anno e abbiamo capito che la situazione è irrecuperabile: la struttura deve chiudere”, scrive l’organizzazione.

Ad agosto 2020 c’era stata, infatti, una segnalazione di un cittadino che lamentava la presenza di forti odori provenienti da un allevamento di maiali nella provincia di Pavia.

“Una volta sul posto i nostri investigatori hanno documentato la presenza di decine di cadaveri di maiali abbandonati, a cielo aperto in un cassone all’esterno dell’allevamento. Le carcasse erano in avanzato stato di decomposizione e sporgevano dal bordo del cassone, rilasciando i fluidi corporei sul terreno circostante”, dicono ancora.

In seguito alla segnalazione, l’ATS di Pavia aveva comminato una sanzione perché la cella frigorifera necessaria per conservare gli animali deceduti nell’allevamento non era funzionante. A fine giugno sono poi arrivate nuove segnalazioni a causa di un fortissimo odore sprigionato proprio dallo stesso allevamento.

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Ecco cosa racconta Essere Animali:

“L’odore nauseabondo è probabilmente causato dall’accumulo di deiezioni all’interno degli stessi recinti in cui vivono gli animali, costretti come mostrano le nostre immagini a vivere in condizioni di estrema incuria. Il pavimento di questi recinti non è fessurato, per cui non è possibile far defluire le feci e le urine degli animali, che andrebbero quindi pulite quotidianamente e mai accumulate, soprattutto con le elevate temperature estive. Il risultato è un netto abbassamento della qualità della vita per tutti gli abitanti di Santa Cristina e Bissone, non solo per le abitazioni limitrofe l’allevamento, in quanto il vento spinge gli odori fino all’abitato principale”. L’organizzazione ha segnalato all’utorità competente che ha svolto un controllo constatando le stesse problematiche igieniche che erano state denunciate: maiali ricoperti di escrementi e pavimenti colmi di feci e urine.

“Oltre a evidenti problematiche sanitarie, abbiamo rilevato che la copertura del tetto dell’allevamento è con ogni probabilità costituita totalmente da eternit, con parti rotte e sbriciolate, fatto che mette a rischio la salute dei lavoratori e degli animali. Per questo abbiamo presentato un esposto all’ATS per far controllare lo stato delle coperture e nel caso fosse amianto procedere alla rimozione. Come se non bastasse, le stesse persone che ci hanno contattato hanno trovato un tubo in un campo lì vicino, dove presumibilmente vengono scaricati, illegalmente, i liquami. Per questo presunto illecito stiamo operando con la Polizia Ambientale di Pavia”, spiega ancora Essere Animali.

Cosa chiede Essere animali?

Questa situazione va avanti da molti anni, come ci hanno dichiarato alcuni degli abitanti del paese.

“Da parte del Comune nella persona del Sindaco ci è sempre stato assicurato che sarebbero stati attivati gli enti preposti al controllo, ma di fatto la situazione è sempre rimasta invariata. Forse perché i controlli venivano fatti prendendo un appuntamento, forse perché si preferisce pagare una sanzione piuttosto che risparmiare una vita di sofferenza agli animali”.

 
I problemi in questo allevamento sono troppi: oltre alle criticità a livello sanitario e ambientale, ci sono quelli relativi alla struttura in sé, che è stata aperta nel 1960. “L’unica soluzione per il bene degli abitanti, dell’ambiente e degli animali è la sua chiusura. Per questo motivo, oltre alle dovute segnalazioni e richieste alle autorità sanitarie, stiamo coordinando una serie di azioni nei confronti del Comune e del Sindaco e per dare risalto sui media locali a questa grave situazione di incuria”, chiosa l’organizzazione.

Fonte: Essere Animali

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