Decine di struzzi scappano da un allevamento in Cina, invadendo le strade

80 struzzi sono fuggiti da un allevamento cinese riversandosi nelle strade di Chongzuo, ma per molti la corsa verso la libertà è durata poco

Struzzi in fuga verso la libertà: non è il nuovo sequel del celebre cartone animato “Galline in fuga”, ma quanto accaduto davvero in Cina, nella regione autonoma del Guangxi Zhuang qualche giorno fa. Oltre 80 esemplari sono scappati da un allevamento. Quando hanno visto il cancello del recinto, lasciato accidentalmente aperto da uno dei dipendenti della struttura, non ci hanno pensato due volte e sono fuggiti, riversandosi per le strade di Chongzuo.

La scena surreale ha suscitato curiosità e incredulità tra i residenti. Sui social e sulle testate locali sono comparsi tantissimi foto e video che ritraevano i grossi animali – di circa 100 chili ciascuno – in mezzo al traffico.

Purtroppo, però, la corsa verso la libertà è durata molto poco per molti struzzi. La maggior parte degli esemplari è stata catturati grazie alla collaborazione tra residenti e polizia, anche se qualcuno manca ancora all’appello (noi non possiamo che fare il tifo per loro!).

La crudeltà negli allevamenti di struzzi di cui si parla troppo poco

Solitamente, dopo la nascita, gli struzzi restano con i loro genitori fino ai tre anni. Ma negli allevamenti vengono subito strappati dalla madre. Inoltre, nei loro habitat naturali riescono a vivere anche fino a 45 anni, mentre nella maggior parte dei casi quelli d’allevamento non riescono a superare neanche il primo anno d’età perché vengono macellati.

Se ne parla ancora troppo poco, ma questi affascinanti animali sono vittime di grande sfruttamento. Come rivelato da alcune inchieste della PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), sono sottoposti a terrificanti torture. Non vengono uccisi solo per produrre carne destinata al consumo umano. Spesso le piume di struzzo vengono strappate dagli animali mentre sono ancora completamente coscienti e utilizzati per realizzare, piumini, boa e altri accessori stravaganti, sfoggiati in occasione di festival ed eventi come il celebre Carnevale di Rio.

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Fonti: South China Morning Post/PETA

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