Non se ne vedeva uno nell'Adriatico da oltre 30 anni e per questo il suo recupero è stato definito un evento eccezionale.
Non se ne vedeva uno nell’Adriatico da oltre 30 anni e per questo il suo recupero è stato definito un evento eccezionale. Parliamo di uno storione beluga finito nelle reti da pesca, ma fortunatamente vivo, al largo di Marina di Ravenna e affidato a Cestha, centro di riabilitazione per la fauna ittica.
Come dicevamo questa specie di storione manca da 30 anni e infatti quello recuperato è uno degli esemplari che era stato liberato nel Parco del Ticino e che ha raggiunto il mare seguendo il Po. Nello specifico è uno storione ‘ladano'(Huso huso) noto anche come storione beluga o storione attilo, ed è il più grande tra tutti gli storioni. Ha poco meno di un anno ed è lungo 40 centimetri.
“Lo storione è finito nelle reti da posta dei pescatori del ‘Martina’. Lo hanno riconosciuto e ce lo hanno portato. Noi abbiamo iniziato a esaminarlo, ma sembra in buone condizioni”, dice Simone D’Acunto, tra i fondatori del centro di cura Cestha.
Si tratta del primo recupero in assoluto di un esemplare vivo. Un dato “importantissimo per i ricercatori che hanno così la prova che i giovani storioni abbiano percorso con successo gli oltre 300 chilometri che li separavano dal mare”.
Lo storione è stato individuato perché provvisto di microchip, ma secondo gli esperti è ancora presto per parlare di riproduzione della specie, scomparsa da tempo in natura. Il reinserimento tuttavia fa ben sperare. Il progetto di inserimento dello storione nella Baiona e nei fiumi ravennati è partito nel 2015, con 12 esemplari adulti e una cinquantina più giovani.
Il pesce ora resterà in riabilitazione e, se supererà le 36 ore, verrà rilasciato in mare per continuare la sua vita in libertà, con la speranza che un giorno, ritrovamenti come questo, non ci meraviglieranno più.
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