Una buona notizia arriva dall’Islanda dove, dopo 17 anni, si è deciso di fermare la caccia alle balene. Ad annunciarlo le due principali baleniere dell'isola.
Una buona notizia arriva dall’Islanda dove, dopo 17 anni, si è deciso di fermare la caccia alle balene. Ad annunciarlo le due principali baleniere dell’isola.
Le motivazioni alla base di questa decisione non sono proprio quelle che ci si aspetterebbe, ovvero la presa di coscienza di quanto questo sterminio sia poco etico. Lo stop alla caccia alle balene è stato deciso per l’estate 2019 in quanto mette a rischio il turismo ed è considerato troppo costoso.
Alla base, dunque, preoccupazioni di tipo commerciale. Il turismo dell’Islanda stava risentendo troppo della situazione affondando l’economia del paese.
Le balene infatti sono una delle grandi attrattive turistiche dell’Islanda e non è un caso che, proprio quando la Hvalur, la compagnia islandese più nota del paese specializzata nella caccia alle balene, non ne ha uccisa nessuna (parliamo del 2016), il turismo è cresciuto del 38%.
Come ha spiegato anche il noto ambientalista e attore della serie tv Downton Abbey, Peter Egan, in un tweet:
“uccidere questi esemplari ferisce il turismo incentrato sugli avvistamenti di balene che produce il doppio del profitto rispetto all’industria della caccia”.
Killing whales wounds a whale-watching industry that brings in twice as much money ;
REYKJAVIK,Tourism to Iceland is plunging faster than a harpooned great whale, sinking the national economy Whaling harpoons Icelandic tourism & the whole nation suffers https://t.co/pUyXhxq6pp— Peter Egan (@PeterEgan6) 27 giugno 2019
E’ stata proprio la Hvalur ad annunciare per prima lo stop a causa della mancanza di tempo tecnico per preparare la propria flotta (dovuto ai ritardi nella concessione dei permessi) ma adesso è arrivata anche la rinuncia da parte dell’altra baleniera che opera nei mari islandesi, la IP-Utgerd, che si dedicherà quest’anno alla raccolta dei cetrioli di mare. Come hanno dichiarato gli alti funzionari della compagnia, si è deciso di non intraprendere la caccia a causa dell’estensione della zona vietata che avrebbe costretto le barche ad andare molto più a largo aumentando i costi dell’operazione.
La fine del crudele sterminio dei cetacei era stato interrotto in precedenza solo nel 2002 per un anno, riprendendo poi nel 2003 violando la moratoria della Commissione internazionale per la caccia alle balene che vuole proteggere questi animali dal rischio estinzione.
Qualunque siano i reali motivi dello stop, almeno per un anno le balene in Islanda tireranno un sospiro di sollievo! E speriamo che anche in futuro questi cetacei saranno liberi di nuotare nel mare senza pericoli.
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Francesca Biagioli