Gli allevamenti di visoni, sospesi da un'ordinanza del Ministero della salute, potrebbero riprendere la loro attività
Il tempo sta per scadere. Gli allevamenti di visoni, sospesi da un’ordinanza del Ministero della salute, potrebbero riprendere la loro attività visto che il provvedimento scadrà il 28 febbraio.
Nei giorni scorsi, l‘Europa ha lanciato l’allarme. Tutti gli allevamenti di visoni del nostro continente sono a rischio Covid. Se molti paesi li hanno già chiusi definitivamente, la Danimarca in testa, l’Italia ancora tentenna. Il 23 novembre scorso il ministero della Salute aveva disposto la sospensione temporanea degli allevamenti, fino al 28 febbraio:
“Nel rispetto del principio di precauzione, sono sospese, ad eccezione del mantenimento dei riproduttori già presenti all’entrata in vigore della presente ordinanza, le attivita’ degli allevamenti di visoni sul territorio nazionale fino al 28 febbraio 2021 incluso. Entro la medesima data, la Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della salute verifica la sussistenza dei presupposti per la proroga delle misure di cui al presente comma” si legge nel testo del provvedimento.
Il 28 febbraio è ormai prossimo eppure ancora non è stata presa, o almeno non è stata resa nota alcuna decisione. Di fatto, non sappiamo ancora se gli allevamenti potranno riaprire o se si procederà per la proroga della sospensione o nel migliore dei casi, per la chiusura definitiva.
Si teme che il virus mutato possa tornare all’uomo, un circolo vizioso difficile da scardinare. E ciò andrebbe anche a sovrapporsi alle numerose varianti del coronavirus che vengono accertate quasi quotidianamente. Gli allevamenti ancora aperti sono potenziali serbatoi non solo del SARS-CoV-2 ma anche dei ceppi mutati che se dall’uomo passeranno al visone, poi potranno tornare di nuovo a noi.
Come ha segnalato l’Europa, il coronavirus è purtroppo presente in tutti gli allevamenti di visoni. Secondo l’analisi resa nota nei giorni scorsi, da gennaio è stato rilevato in ben 400 allevamenti di 8 Paesi appartenenti all’Unione Europea. In particolare, sono stati registrati 290 casi di positività in Danimarca, 69 nei Paesi Bassi, 21 in Grecia, 13 in Svezia, 3 in Spagna, 1 in Francia, 2 in Lituania e 1 in Italia.
Diversi sono stati gli appelli al Ministro Speranza da parte di varie associazioni, così come le iniziative di protesta come il tweet storm per chiedere alle autorità di chiudere gli allevamenti. Anche molti scienziati tra cui Crisanti e Decaro sono dello stesso avviso e insieme ai colleghi europei hanno condotto una serie di studi sui pericoli legati al Covid-19 e al cosiddetto Spillover, la catena di contagio uomo-visone-uomo purtroppo ormai accertata.
L’appello chiede alla Commissione Europea la chiusura degli allevamenti per tutto il 2021:
“Ciò costituisce una ragione sufficiente affinché l’UE possa sospendere con urgenza l’allevamento di visoni in tutta Europa”.
Un coro unanime che speriamo venga accolto al più presto anche dalle autorità italiane.
Fonti di riferimento: Ministero della Salute, Gazzetta ufficiale
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