Ricompensa di 10.000 dollari per chi aiuterà a trovare i responsabili dello sterminio di asini selvatici in California

L'Ufficio per la gestione del territorio e le associazioni animaliste offrono una ricompensa di 18.500 dollari a chi contrinuirà trovare gli assassini

Qualcuno sta sterminando gli asini selvatici che vivono nel deserto del Mojave, in California. Da maggio a oggi sono stati trovate ben 42 carcasse di asini con ferite da arma da fuoco.

Gli animali trovati morti facevano parte di una popolazione di 120 esemplari, il che significa che tra la primavera e l’estate un terzo del gruppo è stato massacrato: secondo il Bureau of Land Management (BLM), l’Ufficio per la Gestione del Territorio degli Stati Uniti, si tratta di una delle più grandi stragi mai avvenute in quelle terre.

Molti degli asini sono stati uccisi a distanza puntando al collo degli animali con un fucile e alcuni sono stati colpiti mentre si rifocillavano a un abbeveratoio.

Neda DeMayo, presidente dell’organizzazione no-profit Return To Freedom, ha raccontato che:

“Mi è stato detto che almeno uno degli asini era ancora vivo quando è stato scoperto da un passante. È morto a causa delle ferite riportate quando gli investigatori BLM sono arrivati sulla scena. È tutto così incredibile. Pazzo. Ostile. Crudele.”

Le gravi uccisioni degli asini non sono rimaste un affare degli ambientalisti, come spesso accade in questi casi: l’Ufficio per la Gestione del Territorio è determinato a trovare i colpevoli.

Il BLM, infatti, ha raccolto fondi da destinare a chiunque abbia informazioni utili a trovare gli assassini.

All’iniziativa hanno poi aderito anche le organizzazioni Return To Freedom, American Wild Horse Campaign e The Cloud Foundation e grazie agli sforzi dell’Ufficio per la gestione del territorio e delle associazioni, sono stati raccolti 60mila dollari e chi offrirà dettagli che possano portare all’arresto e alla condanna dei responsabili riceverà una ricompensa di 18.500 dollari.

Gli asini selvatici sono non sono originari del deserto ma oggi sono considerati parte integrante del territorio gestito dal BLM e sono protetti a livello federale dal Wild Free-Roaming Horses and Burros Act, in vigore dal 1971.

Chiunque causi molestie o provochi la morte di questi animali è punito con una multa fino a 2000 dollari e con la reclusione fino a un anno. Le pene possono essere sommate, dunque se dietro l’uccisione di questi asini ci fosse una sola persona, questa rischierebbe fino a 42 anni di carcere.

“I cavalli e gli asini sono un’icona del West americano e parte del nostro patrimonio nazionale. Perseguiremo ogni iniziativa fino a quando non avremo arrestato e perseguito i responsabili di queste morti crudeli e selvagge”, ha affermato William Perry Pendley, vicedirettore del BLM.

“Vogliamo ringraziare le nostre forze dell’ordine per l’assistenza e il supporto a questa indagine e siamo grati all’American Wild Horse Campaign, a Return to Freedom e a The Cloud Foundation per l’aiuto.
La crudeltà implicata nello sparare a questi asini e nel lasciarli morire merita un procedimento giudiziario nella misura massima consentita dalla legge”, ha concluso Pendley.

Ci auguriamo che le ricompense messe a disposizione dal BLM e dalle associazioni animaliste portino a scoprire chi e perché abbia ucciso questi poveri animali e che il massacro degli asini cessi immediatamente.

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Tatiana Maselli

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