Sta per tornare la barbara corsa dei tori di San Firminio, che tinge Pamplona di rosso sangue

Per 9 giorni a Pamplona si svolgerà la festa di San Firminio con la "tradizionale" e folle corsa dei tori. Lo spettacolo dell'encierro, momento centrale della manifestazione, è violento e pericoloso e si conclude con la morte degli animali nell'arena della corrida e puntualmente con partecipanti feriti. Di festa non ha proprio nulla

Di nuovo la stessa barbaria, anno dopo anno con le due eccezioni recenti dello stop dovuto alla pandemia. La sanguinaria corsa dei tori di San Firminio sta per ricominciare. Dal 6 al 14 luglio, le strade di Pamplona saranno invase da cittadini, turisti e tori, le vittime sacrificali.

La celebrazione ha reso la città spagnola della Navarra famosa in tutto il mondo, vendendo descritta anche da Hemingway nel romanzo Fiesta. Di festa però non si tratta affatto non solo per i tori, i primi a essere maltrattati ed esposti a sofferenze inaudite, ma anche per gli incidenti che coinvolgono i partecipanti.

La festa di San Firminio, San Fermín in spagnolo, è un appuntamento crudele e violento, che ha come momento centrale l’encierro ossia la corsa dei tori. 3 minuti di follia in cui gli animali vengono trasportati dagli allevatori nel centro abitato e costretti a correre in un percorso che ha come destinazione la morte, comunque vada.

L’itinerario termina infatti nella Plaza de toros. 800 metri separano i tori dall’arena di Pamplona. Qui si svolgono le corride, spettacolo macabro dove si esulta per l’uccisione dell’animale compiuta dai toreri.

La festa di San Firminio è un evento contestato duramente dalle organizzazioni del panorama animalista e anche dagli attivisti spagnoli, che ne chiedono l’abolizione. Questa non è tradizione, è tortura di animali e anche una manifestazione pericolosa per l’incolumità pubblica.

Ogni anno si contano svariati feriti, travolti dagli animali, schiacciati dalla folla, ma vi sono anche i decessi. Il bilancio fa paura. Dal 1910, almeno 16 corridori sono morti nei festeggiamenti. Lo rende noto il sito ufficiale di San Fermin in una sezione chiamata Historia trágica, che ricorda i nomi dei caduti.

Gli organizzatori in primis ammettono che, malgrado le misure di sicurezza attuate, “la corsa dei tori è ancora pericolosa e non è esente dalla possibilità di morte” citiamo testuali parole. Di metterla al bando però non se ne parla proprio.

Perché continuare a promuovere questi folli festeggiamenti che possono rivelarsi fatali anche per le persone? Per i tori lo sono già, condannati sin dal primo giorno di vita.

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Fonte: San Fermin

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