Sperimentazione animale: in calo in Italia, ma aumenta l’uso dei macachi

Sperimentazione animale in calo, ma aumenta l’uso dei macachi, molti dei quali provengono dall’Asia e dall’Africa, e sono ancora 500 i cani che vengono utilizzati provenienti da allevamenti esteri.

Sperimentazione animale in calo. È l’ultima notizia che arriva dal Ministero della Salute che rende pubblici i numeri degli animali utilizzati nel 2014, in diminuzione, anche se leggera, grazie alla legge che prevede l’uso di animali solo in assenza di metodi alternativi.

Di contro, aumenta l’uso dei macachi, molti dei quali provengono dall’Asia e dall’Africa, e sono ancora 500 i cani che vengono utilizzati provenienti da allevamenti esteri.

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Sono i dati che emergono dalle statistiche riguardanti il numero di animali usati per fini sperimentali nel 2014. Il numero totale di animali si sta riducendo ma, purtroppo, si attesta su cifre ancora troppo alte: in quasi 700mila ogni anno vengono stabulati, utilizzati negli esperimenti, sottoposti a procedure dolorose che producono dati fuorvianti se trasferiti all’uomo.

Aumenta il ricorso ai porcellini d’india, ai furetti, alle pecore, mentre moltissimi topi sono allevati per il solo mantenimento di colonie di animali geneticamente modificati. E i macachi? Beh, nonostante una legge che limita il ricorso a specie filogeneticamente così vicine alla nostra, il numero di macachi (catturati in natura) usati nei test è passato dai 302 del 2012 ai 450 del 2014.

E, dicono dalla Lav, si tratta di numeri che paradossalmente non tengono nemmeno conto di diverse categorie, come gli animali usati già deceduti (orrore!), gli invertebrati o le forme di vita non completamente sviluppate.

Le procedure “gravi”

E ci sono, poi, quelle procedure che hanno la compiacenza di classificare come “gravi” che sono ancora troppe: più di 21mila le sperimentazioni, cioè, che comportano dolore e angoscia prolungati e che possono anche non prevedere il ricorso all’anestesia, ma lesioni spinali, stimolazioni elettriche, nuoto forzato e perfusione di organi.

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L’impegno verso la riduzione e la sostituzione degli animali nella ricerca rimane purtroppo solo sulla carta, come dimostrano queste statistiche, principio che non viene ascoltato per la mancanza di formazione, gap culturale e interessi economici, e che vincola il nostro Paese a un modello fallimentare di ricerca, anacronistico”, dice Michela Kuan, biologa, responsabile LAV Area Ricerca senza animali.

animali sperim

Insomma, pare che il tempo per proibire completamente l’uso di animali per effettuare i test e sperimentazioni sia ancora molto lontano, ma prendiamo per buono questo “leggero calo” e speriamo in un futuro migliore. Noi, intanto, nel nostro piccolo, possiamo firmare qui la petizione per dire stop alle sperimentazioni su animali.

Germana Carillo

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