Sperimentazione animale addio? Creato un chip in 3D che potrebbe mettere fine alla vivisezione

Dal Regno Unito un nuovissimo chip in 3D per testare prodotti farmaceutici senza l'impiego di nessun animale. L'innovativo progetto che potrebbe davvero mettere fine alla sperimentazione su cani, gatti, ratti, conigli e primati dei farmaci e altri trattamenti

Brillanti novità in ambito medico e farmaceutico, dove un’innovativa invenzione potrebbe cambiare le sorti di milioni di animali tutt’oggi utilizzati come cavie in dolorosissimi test di laboratorio. Si tratta di un chip stampato in 3D davvero all’avanguardia.

A realizzarlo sono stati i ricercatori dell’Università di Edimburgo, che per portare avanti il loro progetto hanno ricevuto sovvenzioni dal Medical Research Council del Regno Unito e una borsa di studio. L’idea è di Liam Carr, dottorando in farmacologia in vitro presso l’ateneo scozzese.

Ma in cosa consiste questo chip e perché potrebbe rappresentare una svolta per i test sulla sicurezza dei farmaci e per cani, gatti, ratti, primati, conigli e altri animali?

Il dispositivo, chiamato “body-on-chip”, simula l’effetto dei farmaci sugli organi del corpo umano. Come spigato in un comunicato stampa, i componenti del chip contengono cellule umane che riproducono cuore, polmoni, reni, fegato e cervello e sono collegate da canali che a loro volta agiscono da sistema circolatorio.

chip

@Edinburgh Innovations

Iniettando piccole dosi di medicinale nel sistema è possibile osservare le reazioni del farmaco nel corsi di test che, quindi, non implicano la sofferenza di nemmeno un singolo animale.

Utilizzando modelli matematici, abbiamo scoperto che la velocità di trasferimento nei compartimenti degli organi e l’assorbimento dei nutrienti in vitro imita i risultati degli organi in vivo. È stato davvero entusiasmante poter utilizzare l’imaging PET per modificare il dispositivo e produrre un flusso uniforme attraverso tutti i compartimenti degli organi” ha dichiarato l’inventore.

Per i ricercatori il chip è dotato di grande potenziale poiché potrebbe essere impiegato anche in altri tipi di test al di là dell’ambito farmacologico. Pensiamo, ad esempio, ai detersivi. Gli studiosi non escludono la possibilità di “introdurre” nel chip altri organi come lo stomaco o la pelle.

Centri di ricerca alternativa alla sperimentazione sugli animali credono in questo lavoro e attendono con ansia il suo debutto.

Attualmente, secondo quanto dichiarato dalla dottoressa Adriana Tavares del Centro universitario per le scienze cardiovascolari, di tutti i test svolti solamente il 2% dei composti di farmaci supera le fasi iniziali dell’iter che porterà all’approvazione dei trattamenti.

In tutto il mondo per questo processo viene sacrificato un numero impressionante di animali. Si parla di milioni solamente nei confini dell’Unione europea, ogni anno.

Conosciamo parte di questa realtà terrificante grazie alle inchieste di associazioni e conosciamo anche alternative alla vivisezione e ai esperimenti. È ora di prenderle in considerazione e mettere da parte questo tipo di ricerca per test più sicuri e privi di dolore altrui.

“Non vediamo l’ora di vedere l’impatto che questo nuovo dispositivo avrà sui test e sulla progressione di nuovi composti e farmaci in futuro” ha commentato la dottoressa Susan Bodie del College of Medicine and Veterinary Medicine di Edinburgh Innovations, e lo stesso facciamo noi.

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Fonte: Edinburgh Innovations

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