Sono un uovo di squalo: se mi trovi mentre passeggi sulla spiaggia, ecco cosa (non) devi fare

Lungo le spiagge possiamo incontrare degli organismi molto particolari a forma rettangolari. Sono uova di squalo (o di razza). Non schiacciamoli, ma aiutiamoli invece a ritornare in acqua. Sono le correnti e le mareggiate ad allontanarle dai fondali e a portarle sulla battigia

In riva al mare non troviamo solamente rifiuti che ormai sono reperti archeologici, ma anche tantissime meraviglie. Sulla battigia potrebbe capitarci di incontrare una piccola sacca a forma rettangolare con quattro protuberanze alle estremità.

Sono delle uova, anche se non corrispondono affatto all’idea che molti di noi hanno delle uova. Uova di pesci cartilaginei dalle dimensioni sono piuttosto variabili a seconda della specie. Generalmente misurano intorno ai 5 centimetri. Razze quindi ma anche squali, non a caso parenti.

Nei nostri mari infatti vivono alcuni squali come, ad esempio, il gattuccio della famiglia Scyliorhinidae che depone uova di questo tipo. Le sue capsule ovipare possono essere tuttavia confuse con quelle razze. Queste sacche vengono anche soprannominate “borsellino della sirena”, dall’inglese mermaid’s purse. Al loro interno l’embrione si sviluppa fin quando la capsula ovipara non si apre del tutto e questo si libera in mare.

Le capsule ovipare si ancorano ai fondali rocciosi o alle alghe grazie a dei filamenti a forma di spirale. Questi sono i punti in cui vengono deposte.

A volte, però, le uova di squalo e le uova di razza possono essere viste in spiaggia, portate a riva dalle forti mareggiate. Cosa fare perciò se se ne trova una? Prima di tutto facciamo attenzione a non schiacciarle.

Osserviamo velocemente in controluce se la capsula è piena. Se sì, non proviamo in alcun modo ad aprirle, bensì restituiamole all’acqua rimettendole subito in mare.

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