Quegli atti sessuali tra pinguini che sconvolsero l’esploratore polare

Dimenticate la dolcezza che trasmetteva Happy feet, il pinguino che si era smarrito in Nuova Zelanda. Depravati sessuali, assassini, necrofili e stupratori. Sarebbe questa la vera natura dei pinguini, o almeno di alcuni di loro, come i Pigoscelide di Adelia osservati da George Murray Levick, medico chirurgo ed esploratore britannico che tra il 1911 e il 1912 partecipò alla spedizione Terra Nova di Robert Falcon Scott in Antartide.

Dimenticate la dolcezza che trasmetteva Happy feet, il pinguino che si era smarrito in Nuova Zelanda. Depravati sessuali, assassini, necrofili e stupratori. Sarebbe questa la vera natura dei pinguini, o almeno di alcuni di loro, come i Pigoscelide di Adelia osservati da George Murray Levick, medico chirurgo ed esploratore britannico che tra il 1911 e il 1912 partecipò alla spedizione Terra Nova di Robert Falcon Scott in Antartide.

In quegli anni Levick raccolse molto materiale sui pinguini, racchiuso in seguito in un popolare libro, “Antarctic penguins, a study of their social habits“, al ritorno nel Regno Unito. Ma la “stupefacente depravazione” dei pinguini di Adelia era troppo scandalosa per l’epoca e il Museo di Storia Naturale di Londra decise di censurare il racconto dettagliato dei comportamenti sessuali descritto in un opuscolo di quattro pagine del 1915. Riscoperto di recente al Museo di Storia Naturale di Tring, in Inghilterra, da Douglas Russelle, le note del medico erano rimaste segrete per 100 anni, ma ora sono sotto gli occhi di tutti, pubblicate nel recente numero della rivista Polar Record e riportate da tutti i giornali del mondo.

Alcune delle cose annotate, avevano profondamente scioccato l’esploratore“, ha detto Russell a al LiveScience. Per esempio, Levick aveva notato tendenze autoerotiche, necrofilia, coercizione sessuale, abusi sessuali e fisici sui pulcini, sesso non finilazzato alla procreazione e comportamenti omosessuali. Ritenendo ciò troppo esplicito per la società dell’epoca, il medico scrisse alcuni passi persino in greco per mascherare le informazioni, perché principalmente temeva le ripercussioni che avrebbero potuto scatenare le descrizioni sul comportamento omosessuale dei pinguini, che era ancora illegale in Gran Bretagna.

Per esempio, il 10 novembre 1911, Levick ha scritto in greco: “questo pomeriggio ho visto una cosa ancor più straordinaria. Un pinguino impegnato nella sodomia del corpo di un uccello morto. Stessa specie. L’atto si è verificato per un minuto, la posizione assunta dal pinguino differiva dalla copulazione ordinaria e l’atto tutto è stato vissuto fino alla depressione finale della cloaca“. In un’altra voce, questa volta scritta in inglese, del 6 dicembre dello stesso anno, scrisse: “Ho visto un altro atto di depravazione sorprendente oggi. Un pinguino femmina, che era stata in qualche modo ferita gravemente nella parte posteriore, strisciava dolorosamente sul ventre. Mi stavo chiedendo se avessi dovuto sopprimerla o no, quando un pinguino maschio l’ha notata ed è andato verso di lei. Dopo una breve ispezione l’ha deliberatamente violentata, non essendo la femmine assolutamente in grado di opporsi“.

Ma, se l’esploratore medico può aver visto le interazioni tra i pinguini attraverso una lente decisamente antropomorfa, oggi, per fortuna, gli esperti non ragionano più in questo modo e spiegano che giudicare il comportamento animale basandolo su una sorta di ‘morale umana’ è semplicemente poco scientifico. I pinguini sono animali che rispondono a degli istinti. La necrofilia, per esempio, non può essere definita tale, visto che i pinguini maschi sono chimicamente portati a rispondere in un certo modo ad una femmina apparentemente compatibile all’accoppiamento. Utilizzare il termine “stupro” per descrivere il sesso animale è semplicemente assurdo.

Roberta Ragni

Fonte e foto: LiveScience

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