La nuova specie appartiene alla famiglia delle vespe biliari, dal comportamento anomalo e non ancora compreso dagli scienziati
La nuova specie appartiene alla famiglia delle vespe biliari, dal comportamento anomalo e non ancora compreso dagli scienziati
Il suo nome richiama quello del pub studentesco “Rice Valhalla”, ad appena due passi dalla Rice University (in Texas), perché lì è stato avvistato per la prima volta: è l’insetto Neuroterus valhalla, una piccola vespa sprovvista di pungiglione. Grande appena un millimetro, ha la particolarità di essere il primo insetto ad essere descritto insieme al suo genoma completamente sequenziato, proprio dai ricercatori della Rice.
La nuova specie appena scoperta appartiene alla famiglia delle vespe biliari – conosciute come gli unici insetti in grado di provocare la bile negli alberi che li ospitano: queste vespe, infatti, “ingannano” l’albero in cui vivono e lo spingono a produrre nutrimento e protezione per i loro piccoli (quello che noi umani identifichiamo come galle, escrescenze che si formano sulle foglie, all’interno dei rami o nei fiori).
In pratica, le vespe creano un mix di sostanze chimiche in cui depongono le loro uova: questo mix protegge la prole e nutrirà le larve al momento della schiusa. Dopo un periodo di circa undici mesi trascorso in questa sorta di bozzolo, la larva vede la luce e trascorre un periodo di due/tre settimane all’interno del mix di sostanze nutritive in cui è immersa. Da adulta, poi, ha una vita di soli tre o quattro giorni: non si nutre poiché il suo unico scopo è solo quello di accoppiarsi e deporre nuove uova.
Ciò che colpisce in questa specie è il tempismo con cui il momento della schiusa coincide con il momento della fioritura degli alberi – questo al fine di avere maggiori luoghi in cui riprodursi e deporre le uova: infatti, se le vespe escono dal bozzolo nel momento sbagliato e non ci sono fiori atti ad ospitare le uova, muoiono senza aver portato a termine la loro missione riproduttiva. Poiché alberi diversi fioriscono in momenti dell’anno diversi, non è ancora chiaro agli scienziati come gli insetti “percepiscano” il momento perfetto per uscire dai loro bozzoli e riprodursi.
Gli scienziati ritengono che il clima possa avere una grande influenza su questi piccoli animali e sulle loro capacità riproduttive: gelate invernali ed estati sempre più calde portano a fioriture irregolari, anticipate o tardive, che pregiudicheranno con il tempo la loro simbiosi con la fioritura delle piante. Questo potrebbe portare le vespe biliari all’estinzione, se non sapranno mettere in campo strategie di adattamento al clima che cambia.
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Fonti: Systematic Entomology / Rice University
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