Una nuova specie di lumaca finora sconosciuta alla comunità scientifica è stata scoperta nel MUSE di Trento nell'ambito di un progetto di campionamento di esemplari alieni. La piccola lumaca non è però una specie alloctona. Ancora da chiarire il suo areale di distribuzione
Quante specie animali sono state descritte nella letteratura scientifica e quante sono quelle di cui ignoriamo l’esistenza? Impossibile rispondere a questa domanda pur tenendo in considerazione le campagne di studio organizzate in ogni parte del mondo.
A volte le scoperte sono proprio dietro l’angolo o, meglio, dentro casa. Questo è proprio ciò che è accaduto al MUSE, il Museo di Scienze di Trento. In una sua serra, tra piante tropicali e terriccio, i ricercatori dell’Università di Siena e del Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici hanno portato avanti un progetto di ricerca sulle specie aliene. Lì una lumachina ha attirato la loro attenzione.
Credevano si trattasse di un invertebrato alloctono, in realtà la piccola lumaca era completamente sconosciuta alla scienza fino ad ora. Ne danno notizia il MUSE e uno studio scientifico apparso sulla rivista Zoological Journal of the Linnean Society.
Le analisi condotte in collaborazione con l’Università polacca di Poznań hanno confermato trattarsi di un nuovo esemplare. La lumaca è minuscola e misura solamente 2 centimetri. Appartiene alla famiglia dei Rathouisiidae, presenta tratti in comune con le altre specie ma anche caratteri distintivi.
Una delle particolarità è che l’apparato riproduttore di questa specie è dotato di tre diversi condotti (ciascuno dei quali si apre indipendentemente) preposti allo scambio dei gameti: una condizione finora mai osservata nei molluschi terrestri, che generalmente ne hanno due, ha spiegato Andrea Benocci, conservatore del Museo di Storia Naturale Accademia dei Fisiocritici.
La nuova specie è stata ribattezzata Barkeriella museensis in onore del malacologo Gary Barker e del MUSE naturalmente. Come sia finita nel capoluogo trentino rimane tuttora un mistero. I ricercatori ipotizzano che possa essere giunta a Trento in qualche sacco di terriccio o assieme a qualche pianta esotica.
Al momento gli studiosi non sanno dire con esattezza dove la Barkeriella museensis sia diffusa, ma poiché la sua famiglia è distribuita in Asia orientale o in Australia è probabile che sia giunta proprio da lì. Ha fatto sicuramente un lungo viaggio.
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Fonte: Zoological Journal of the Linnean Society
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