A Chernobyl, proprio nella zona del disastro oggi riserva ecologica, è stata vista una rara farfalla, grande come un uccello
A Chernobyl, proprio nella zona del disastro del terribile 26 aprile 1986, oggi riserva ecologica, è stata vista una rara farfalla, grande come un uccello. L’insetto, scientificamente chiamato Catocala fraxini, ha delle enormi ali ed è elencato tra le specie vulnerabili della regione dei Carpazi.
Sulla sua pagina Facebook la riserva ecologica di Chernobyl annuncia l’avvistamento precisandone la rarità: la farfalla è infatti una delle più grandi che vivono in Ucraina, ma anche in tutta Europa, ed era particolarmente inattesa in questi luoghi.
La lunghezza delle sue ali anteriori può raggiungere i 45 mm e l’apertura alare in volo arriva a 110 mm. L’insetto in volo è bellissimo e da lontano sembra un uccello per le sue incredibili dimensioni. Ma, come molti insetti, è attratto dalla luce, divenendo “attivo” intorno alle 5 di pomeriggio.
“Quando la pioggia si fermerà, la farfalla verrà spostata sul suo albero preferito: i pioppi” annuncia il personale della riserva.
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Posted by Чорнобильський Радіаційно-екологічний Біосферний Заповідник on Thursday, October 8, 2020
La specie vive infatti principalmente presso alcune specie di questo albero (Populus tremula, P. nigra, ecc.), ma anche altre specie vegetali come i frassini e le betulle, e preferisce abitare lungo fiumi, laghi e altre zone umide, così come nelle foreste miste ricche di pioppi, mentre solo sporadicamente nelle aree urbane.
Il bruco da cui si origina queste incredibile specie vive da aprile a giugno (al limite all’inizio di luglio), “accoccolandosi” sui rami e successivamente nascosto in avvallamenti nella corteccia del tronco durante il giorno. Le farfalle vere e proprie, invece, volano da luglio a ottobre con il picco di attività tra fine agosto e settembre.
Purtroppo Catocala fraxini è inserita tra le specie vulnerabili della regione dei Carpazi, minacciata soprattutto perché i pioppi sono ancora considerati legni teneri senza valore, difficilmente difesi anche nei progetti di conservazione della natura.
La specie in generale non è rara, anzi, piuttosto diffusa, ma difficilmente nell’Europa centrale e settentrionale. Nelle regioni meridionali europee vive nel nord della Spagna (sui Pirenei), nell’Italia centrale e in Bulgaria.
La sua scoperta a Chernobyl è senza dubbio un evento inatteso, che speriamo non indichi qualche problematica di tipo genetico, magari intervenuta a causa dell’alto livello di radiazioni alla quale, tuttora, è sottoposta la zona, che conta in effetti diverse specie animali geneticamente ‘automodificate’.
Su questo, comunque, gli esperti non si sono pronunciati.
Fonti di riferimento: Чорнобильський Радіаційно-екологічний Біосферний Заповідник/Facebook / Carpathian List of Endangered Species
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