Scoiattoli grigio, scoiattolo di Pallas e scoiattolo volpe vietati in Italia. È quanto prescritto in un decreto a tutela dello scoiattolo comune autoctono, fortemente minacciato dalla competitività territoriale, a firma dei Ministri Corrado Clini, Mario Catania e Corrado Passera, rispettivamente dei ministeri dell’Ambiente, delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico. La misura, in attesa di essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, ha come scopo quello di proteggere la biodiversità e lo scoiattolo autoctono, vietando la commercializzazione in Italia di queste tre specie, tenuto conto “del ruolo prioritario che il commercio può assumere nella loro diffusione nell’ambiente naturale”.
Scoiattoli grigio, scoiattolo di Pallas e scoiattolo volpe vietati in Italia. È quanto prescritto in un decreto a tutela dello scoiattolo comune autoctono, fortemente minacciato dalla competitività territoriale, a firma dei Ministri Corrado Clini, Mario Catania e Corrado Passera, rispettivamente a capo dei ministeri dell’Ambiente, delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico.
La misura, in attesa di essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, ha come scopo quello di proteggere la biodiversità e lo scoiattolo autoctono, vietando la commercializzazione in Italia di queste tre specie, tenuto conto “del ruolo prioritario che il commercio può assumere nella loro diffusione nell’ambiente naturale“.
“Considerato – dice il decreto – che l’evidenza scientifica ha dimostrato il rilevante impatto ecologico delle specie di scoiattoli alloctoni sulla specie nativa” e “considerato che gli scoiattoli alloctoni risultano presenti in Italia con più nuclei distinti e che tale accertata presenza nel nostro Paese comporta un grave rischio di diffusione ed espansione della specie in buona parte dell’Europa continentale” sono vietati “su tutto il territorio nazionale, il commercio, l’allevamento e la detenzione di esemplari di scoiattoli alloctoni“.
Una misura assolutamente innovativa, insomma, che per la prima volta affronta la questione della competzione tra specie autoctone e invasive senza ricorre alla soppressione. Come, invece, ha voluto fare lo scorso Ottobre la Provincia di Perugia, disponendo nell’ambito del progetto “Life” l’abbattimento degli scoiattoli grigi, “specie aliena invasiva” e quindi condannata a morte senza appello.
Scoiattolo grigio
Le associazioni animaliste, indignate, avevano urlato con forza il loro no all’insensato sterminio. “Il massacro degli scoiattoli grigi, compiuto con il pretesto di preservare gli scoiattoli rossi, è un’azione crudele e priva di fondamento. Pensare di eradicare lo scoiattolo grigio continuando a consentirne l’importazione e la commercializzazione, non ha alcun senso e rappresenta un inutile dispendio di denaro pubblico“, tuonavano la Lav e l’Enpa, invitando a scrivere per protestare al Presidente della Provincia di Perugia.
Per questo chiedevano di “fermare l’abbattimento e l’inutile, oltre che crudele, progetto di eliminare gli scoiattoli grigi, pretestuosamente accusati di compromettere la sopravvivenza di altre specie selvatiche. Invitiamo quindi tutti i cittadini a scrivere lettere ed email di protesta e, ovviamente, studieremo azioni legali anche per individuare eventuali responsabili di questa strage“.
Fino ad oggi, infatti, mentre i piani di sterminio venivano adottati un po’ ovunque lungo lo stivale, gli animali appartenenti alle specie invasive potevano tranquillamente essere acquistati e venduti per poi fuggire o, peggio, essere abbandonati, con gravi conseguenze per la sopravvivenza dello scoiattolo rosso.
Per questo il decreto “è un’importante e positiva novità – commenta il responsabile fauna e benessere animale di Legambiente Antonino Morabito in una nota–. Per la prima volta ecco un testo che affronta la questione del commercio degli animali e non soltanto il contenimento sul territorio degli scoiattoli alloctoni. Le misure di controllo, infatti, hanno ben poco senso finché è consentito allevare e commercializzare le specie incriminate. Di fatto, questo testo tutela sia lo scoiattolo rosso che le altre specie, di cui impedisce anche l’allevamento in cattività. Un ottimo inizio per il 2013 per la tutela degli animali“.
Roberta Ragni