Gli scienziati hanno modificato geneticamente le scimmie per rendere il loro cervello più simile agli uomini

Il cervello di alcune scimmie geneticamente modificate è più simile a quello umano. L'ingegneria genetica fa passi da gigant che fanno paura, forzando i tempi dell'evoluzione naturale

Il cervello di alcune scimmie geneticamente modificate è più simile a quello umano. L’ingegneria genetica fa passi da gigante che fanno paura, forzando i tempi dell’evoluzione naturale.

L’intelligenza umana è una delle “invenzioni” più consequenziali dell’evoluzione. È il risultato di uno sprint iniziato milioni di anni fa, che ha portato a cervelli sempre più grandi e all’acquisizione di nuove abilità da parte dell’uomo. Al culmine di questo percorso evolutivo, gli umani si alzarono in piedi, presero l’aratro e in un certo senso crearono la civiltà, mentre i nostri cugini primati rimasero a vivere tra gli alberi.

Ma oggi un team di scienziati nel sud della Cina ha rivelato di aver parzialmente colmato questo divario evolutivo, creando diversi macachi transgenici con copie extra di un gene umano che avrebbe un ruolo chiave nella formazione dell’intelligenza. 

Il team ha generato 11 scimmie transgeniche Rhesus (8 di prima generazione e 3 di seconda generazione) che trasportano copie umane di MCPH1, un importante gene per lo sviluppo e l’evoluzione del cervello.

“È il primo tentativo di comprendere l’evoluzione della cognizione umana usando un modello di scimmia transgenica”, ha detto orgoglioso Bing Su, il genetista dell’Istituto di Zoologia di Kunming che ha guidato lo studio.

Secondo la ricerca, le scimmie geneticamente modificate hanno condotto meglio un test di memoria che coinvolge colori e immagini a blocchi rispetto a quelle non transgeniche.

In particolare, stando agli esperimenti, il team cinese si aspettava che le scimmie transgeniche potessero avere maggiore intelligenza e dimensioni del cervello. Questo è il motivo per cui hanno sottoposto gli animali a risonanza magnetica per misurare la loro materia bianca e hanno dato loro test di memoria computerizzati. Secondo il loro rapporto, le scimmie transgeniche non avevano cervelli più grandi, ma hanno fatto meglio in un quiz di memoria a breve termine, un risultato che la squadra considera notevole.

Gli esperimenti, descritti il 27 marzo su National Science Review, e riportati per la prima volta dai media cinesi, rimangono lontani dall’individuare i segreti della mente umana o condurre a una rivolta di primati intelligenti ma fanno comunque paura, sollevando numerose questioni etiche.

Se i cinesi vanno tanto fieri dei loro risultati e dell’aver manipolato il codice genetico delle scimmie, non lo sono altrettanto i colleghi di tutto il mondo.

“L’uso di scimmie transgeniche per studiare i geni umani legati all’evoluzione cerebrale è una strada molto rischiosa da intraprendere”, ha detto James Sikela, un genetista che conduce studi comparativi tra i primati all’Università del Colorado. Lo scienziato teme che l’esperimento mostri disprezzo per gli animali e si spinga fino a modifiche più estreme.

La ricerca che sfrutta i primati, per fortuna, è sempre più difficile in Europa e negli Stati Uniti, ma la Cina si è affrettata ad applicare gli ultimi strumenti di DNA ad alta tecnologia agli animali. Il paese è stato il primo a creare scimmie geneticamente modificate con lo strumento di modifica genetica CRISPR, una tecnica di precisione che consente la correzione mirata di una sequenza di DNA. Inoltre, a gennaio un istituto cinese ha annunciato di aver prodotto mezza dozzina di cloni di una scimmia con un grave disturbo mentale.

Lo scoglio più grande rimane quello dell’intelligenza. Il cervello dei nostri antenati umani si è sviluppato rapidamente in dimensioni e potenza. Per trovare i geni che hanno causato questo cambiamento, gli scienziati hanno cercato le differenze tra gli umani e gli scimpanzé, i cui geni sono circa il 98% simili ai nostri. L’obiettivo, dice Sikela, era di individuare “i gioielli del nostro genoma”, cioè il DNA che ci rende straordinariamente umani.

Diversi scienziati pensano che l’esperimento cinese non abbia prodotto nuove informazioni. Uno di questi è Martin Styner, informatico della University of North Carolinam, tra i coautori del rapporto cinese:

“Non penso che sia una buona direzione. Ora abbiamo creato questo animale che è diverso da come dovrebbe essere. Quando facciamo esperimenti, dobbiamo avere una buona comprensione di ciò che stiamo cercando di imparare, di aiutare la società, e non è questo il caso. Un problema è che le scimmie geneticamente modificate sono costose da creare e curare. Con solo cinque scimmie modificate, è difficile arrivare a conclusioni definitive sul fatto che siano realmente diverse dai loro simili in termini di dimensioni del cervello o abilità di memoria. Stanno cercando di capire lo sviluppo del cervello. E non credo che ci stiano arrivando” sono le sue parole.

Anche se ci vorrà del tempo per capire fino in fondo gli esiti di questi esperimenti, la prospettiva è davvero inquietante. Il pianeta delle scimmie sembra più vicino…

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Francesca Mancuso

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