Sono state rapite dal loro habitat naturale e chiuse in gabbia. Poi le hanno sbattute su un aereo. Destinazione una vita di sofferenze nei laboratori. I 104 macachi che lo scorso febbraio erano giunti in Italia dalla Cina non erano più scimmie, ma "modelli di ricerca". Questo è il termine tecnico per definire le creature destinate alla vivisezione, come i Beagles di Green Hill. Che fine hanno fatto?
Sono state rapite dal loro habitat naturale e chiuse in gabbia. Poi le hanno sbattute su un aereo. Destinazione una vita di sofferenze nei laboratori. I 104 macachi che lo scorso febbraio erano giunti in Italia dalla Cina non erano più scimmie, ma “modelli di ricerca”. Questo è il termine tecnico per definire le creature destinate alla vivisezione, come i Beagles di Green Hill. Che fine hanno fatto?
In seguito alle proteste, la Harlan aveva dichiarato che non sarebbero arrivate altre scimmie da destinare ai laboratori e che i 104 esemplari non sarebbero stati consegnati all’azienda farmaceutica che li voleva utilizzare per i suoi esperimenti disumani. In realtà, di loro non si è saputo più niente, ma sono ancora là. Non sono mai state spostate e pochi giorni fa il Ministero della Salute ha deciso di non revocare l’autorizzazione firmata dalla Dottoressa Gaetana Ferri, concessa alla HARLAN Laboratories Srl per importare ulteriori 900 macachi dalla Cina e dall’Isola Mauritius per la vivisezione.
Come se tutto ciò non bastasse, domani, alle ore 8.30 all’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Roma, sarebbero dovute arrivare altre creature private della libertà, cinquanta scimmie Cercopitechi gialloverdi provenienti dalle Barbados, dirette probabilmente alla sede Novartis di Siena. Ora, per fortuna, sono salve, grazie soprattutto all’intervento di Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, che è riuscita a convincere la questura sotto minaccia di manifestazioni e proteste nella Capitale. Lo rivela una nota della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente.
«Ringrazio di cuore il questore Antonio del Greco che, in azione congiunta con la Asl Roma D e il Corpo Forestale dello Stato, ha fornito un contributo fondamentale all’annullamento dell’invio dei macachi» dichiara la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi. «Questo importante risultato – prosegue Rocchi – tenderà a scoraggiare sempre di più e, ne siamo certi, ad ottenere la stop definitivo delle crudeli spedizioni di animali in giro per il mondo per pratiche di sperimentazione che destano il crescente sdegno e il disprezzo dei cittadini, anche nei confronti di quelle compagnie aeree che, disponibili a questi “viaggi della morte”, si rendono complici degli esperimenti sugli animali».
Bene, forse loro sono salve.
Ma “questi viaggi della morte – ha dichiarato a Geapress Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani Onlus – sono una vergogna per un Paese civile: specifici aerei (cargo) destinati al trasporto degli animali per la vivisezione. Le scimmie devono essere poste sotto sequestro per poi poterle dare in affidamento come si sta facendo con i cani Beagles dell’azienda Green Hill“.
L’Associazione chiede, quindi, che venga vietato l’uso di animali per la vivisezione. “In questo caso – continua Caporale – delle scimmie, poveri animali vittime di sofferenze brutali ed inutili, di cui la Spagna ha già vietato l’utilizzo per la vivisezione e chiediamo, quindi, che l’Italia segua l’esempio spagnolo“. Soprattutto perché, come ricorda Susanna Chiesa, Presidente di FRECCIA 45, “la vivisezione è una falsa scienza, ma, nonostante ciò, continuano ad esistere in Italia 600 centri connessi alla sperimentazione, autorizzati dal Ministero della Salute e dagli uffici facenti capo al Dott. Romano Marabelli. Mi sorprende leggere, tra la documentazione in nostro possesso, che, per il “caso Harlan”, le certificazioni sanitarie ufficiali vengano emesse dalla Cina, stato notoriamente restio all’applicazione di leggi che tutelino i diritti in generale, sia umani, sia animali”.
E noi cosa possiamo fare? Intanto possiamo boicottare tutti i prodotti testati, direttamente o indirettamente, sugli animali e partecipare alla manifestazione internazionale contro la vivisezione “no harlan! no vivisection!” di sabato 29 settembre 2012, promossa da no harlan – group Udine, una realtà costituita da volontari appartenenti ad alcune associazioni animaliste del territorio friulano il cui obiettivo prioritario del gruppo è quello di condurre una serie di azioni d’informazione e protesta riguardanti la sede di Harlan, situata ad Azzida (Comune di S. Pietro al Natisone), in provincia di Udine. Infine, possiamo prendere parte alla campagna internazionale che sta chiedendo alle compagnie aeree di cessare il trasporto di animali per la vivisezione. Ecco, quindi, un blocco mail da mandare ad airchina per manifestare il proprio dissenso:
ffp@airchina.com, customer_relations@airchina.com, ffpvip@airchina.com, webmaster@mail.airchina.com,
webmaster@airchina.com, acclax@airchina.com, sfo@airchinacargo.com, wangjian@airchina.com, helen.yin@airchinacargo.com, nl.airchina@gmail.com, liuxusheng@airchina.com, sales@airchina.dk, dus@airchina.com, web@airchina.es, Arlanda@airchina.se,
Esempio lettera:
I was shocked to learn that Air China is one of only a few airlines that continue to transport primates to laboratories. Primates in laboratories are routinely mutilated, poisoned, deprived of food and water, forcibly immobilized in restraint devices, infected with painful and deadly diseases and psychologically tormented. Additionally, primates suffer from the long and grueling transport in the cargo holds of planes and in the backs of trucks. For these reasons, other airline companies–including Cathay Pacific, China Southern Airlines, and China Airlines–refuse to transport primates for use in experiments. Please join other leading airlines in adopting a formal policy prohibiting the transport of primates destined for laboratories and ensure that Air China plays no role in the suffering of these highly intelligent and sensitive animals. (Nome e cognome).
Roberta Ragni