Salviamo i daini del Parco del Circeo! Non facciamoli diventare trofei per cacciatori: l’appello delle associazioni

Nel Parco Nazionale del Circeo i daini si stanno moltiplicando a ritmi veloci e sono oltre 1000. Ma adesso, a causa del piano di contenimento della specie, sono in pericolo di vita, come denunciano diverse associazioni animaliste.

Nel Parco Nazionale del Circeo i daini si stanno moltiplicando a ritmi veloci e sono oltre 1000. Ma adesso, a causa del piano di contenimento della specie, sono in pericolo di vita, come denunciano diverse associazioni animaliste.

Da diversi anni il Parco Nazionale del Circeo, area protetta dal 1934, ospita centinaia di daini. Negli ultimi tempi questi esemplari si stanno moltiplicando a ritmi molto veloci, sottraendo cibo ad altre specie endemiche, tra cui le lepri. Così, per far fronte al problema sono stati pubblicati tre bandi relativi alla cessione dei daini, che oltre all’adozione da parte di enti e associazioni, prevede anche la ricollocazione degli animali in aziende alimentari o faunistico-venatorie. A difesa dei daini, minacciati dal piano di contenimento dalla specie, sono intervenute diverse associazioni animaliste italiane che chiedono di dare assoluta priorità alla salvaguardia della vita di questi animali.

In realtà, i daini non sono una specie autoctona. Sono stati introdotti nel Parco Nazionale del Circeo, che sorge in provincia di Latina, nel 1953 (nell’ambito dei “programmi di allevamento della selvaggina da ripopolamento”) e qui hanno trovato un habitat favorevole. Negli ultimi cinque anni, però, la popolazione di questa specie è cresciuta di circa il 40%.

Ad oggi, sono infatti più di 1000 gli esemplari che vivono nel parco e questo sovrappopolamento sta avendo un impatto negativo sull’ecosistema e la biodiversità, in particolare sulle lepri italiche, che vivono nell’area e che sono sempre più in declino. Per tutelare le altre specie vegetali e animali della zona, nel 2017 l’Ente Parco del Circeo ha approvato un piano di contenimento della specie. Come si legge in una nota pubblicata sul sito del Parco, “si è optato per il controllo della popolazione attraverso il prelievo di alcuni esemplari; le percentuali di cattura nel corso degli anni diminuiranno in base anche ai risultati ottenuti”.

L’appello delle associazioni animaliste per salvare i daini 

La soluzione proposta dall’Ente Parco, però, non è affatto piaciuta ad alcune associazioni animaliste, tra cui Gaia Animali e Ambiente, AM.AN.T Odv, Animal Aid italia, Arcamica, Earth, e ENPA e LNDC, che denunciano: “I daini del Circeo sono a rischio vita”, e lanciano un appello pubblico per tutelare la vita dei daini.

“Anche se apprezziamo l’apertura del Parco Nazionale del Circeo per la teorica possibilità di adozione dei daini” – spiegano le associazioni – “ravvisiamo che non vi è alcuna priorità o prelazione alle adozioni e a soluzioni non cruente. Inoltre, siamo fortemente preoccupati per i numerosi paletti imposti proprio a chi vuole salvare gli animali: paletti che non sono previsti per le aziende alimentari o faunistiche venatorie, dove i cacciatori potranno divertirsi a sparare a queste creature.”

Secondo le associazioni animaliste, tra le richieste per chi adotta vi è la creazione di un cordolo di cemento lungo chilometri per circondare l’area in cui dovrebbero stare i daini, e ovviabile semplicemente con una buona rete elettrosaldata.

“Dubitiamo che aziende faunistico venatorie abbiano tali infrastrutture.” – proseguono – “D’altro canto non le ha neppure il Parco Nazionale del Circeo che, al contrario, ha recinzioni fatiscenti che consentono ai daini, ma non solo, di attraversare la strada e che necessiterebbero di essere riparate.

Per salvare i daini le organizzazioni animaliste si rivolgono sia al Presidente del Parco, che si è dimostrato sensibile alla questione, sia al Ministero della Transizione Ecologica:

“Mentre si stanno valutando anche azioni legali, chiediamo subito che sia data assoluta precedenza alla salvaguardia della vita degli animali, e chiediamo che sia presa in considerazione anche la possibilità che il Parco stesso, in una zona delimitata, possa tenere i daini sterilizzando le femmine in modo da impedire ogni riproduzione. La responsabilità di una decennale mancata gestione di questi animali è dell’ente Parco: occorre collaborare, e non condannare a morte i daini facendo pagare loro il prezzo di inadempienze e errori umani”.

Ci auguriamo che l’appello delle associazioni animaliste venga ascoltato al più presto e che la salvaguardia dalle vita dei daini sia messa al primo posto!

Fonte: Gaia Animali e Ambiente/Parco Nazionale del Circeo

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