Evi ce l’ha fatta! Il commovente ritorno alla libertà del cucciolo di foca spiaggiato salvato da morte certa

La piccola Evi era stata trovata in pessime condizioni su una spiaggia greca

Una storia a lieto fine: Evi, un cucciolo di foca monaca, è tornata a tuffarsi nelle acque del Mediterraneo, dopo settimane di cure da parte dello staff di MOm, la Società ellenica per lo studio e la protezione della foca monaca, .

La piccola era stata trovata quando aveva appena sette giorni di vita. Ferita e affamata, era stata spinta dalla corrente a terra; probabilmente il cattivo tempo l’aveva separata dalla madre.

Dimitris Tsiakalos, portavoce del MOm ha raccontato a Reuters:

Poiché non c’è modo di sostituire il latte materno, abbiamo determinati protocolli e regimi di alimentazione che forniamo insieme a vitamine e altri integratori. Fortunatamente le sue condizioni di salute sono migliorate.

Il salvataggio di questo piccolo animale è davvero un evento fortuito, dal momento che la foca monaca è una specie a rischio di estinzione ed è considerata una delle 100 specie di mammiferi più minacciati al mondo. Al momento sono meno di 500 gli esemplari presenti in natura; 300 di questi vivono nelle acque dell’Egeo.

Ora speriamo che si ricongiunga a con il resto delle foche. Siamo molto tristi di vederla andare via ovviamente, perché siamo stati con lei per quattro mesi, le abbiamo dato da mangiare di notte, dovevamo darle da mangiare quattro volte al giorno, è stato un processo lungo. È stato difficile per tutti, perché abbiamo dovuto fare dei turni davvero estenuanti per tutti, ma speriamo che ora Evi possa andare in un posto migliore con il resto delle foche.

Purtroppo, nei secoli la foca monaca è stata perseguitata da parte dell’essere umano, in quanto è sempre stata vista come acerrimo nemico dai pescatori. Oggi la principale minaccia è rappresentata dal turismo: nei siti di riproduzione le foche vengono disturbate dai motori delle imbarcazioni da diporto. Inoltre, non mancano le ormai ben note cause che minacciano l’esistenza di ogni specie marina: le reti dei pescatori e l’inquinamento.

In Italia la foca monaca è considerata specie è protetta, dunque è assolutamente vietato non solo ucciderla e catturarla ma anche solo disturbarla. Ecco allora le buone prassi da seguire in caso di avvistamento:

  • ridurre immediatamente ogni potenziale disturbo generato dalla vicinanza umana all’esemplare ed allertare immediatamente le autorità marittime competenti (Capitaneria di Porto – tel. 1530), segnalando l’evento e continuando ad osservare l’esemplare annotando il comportamento ed i dettagli fisici
  • in ambiente emerso (spiaggia o roccia) è fondamentale mantenere una distanza di sicurezza dall’esemplare per evitare di disturbarlo ed allontanarlo dal sito in cui sta riposando;
  • mantenere il massimo silenzio ed allontanarsi lentamente evitando movimenti bruschi che possano spaventare l’esemplare, fino a raggiungere una distanza di sicurezza di almeno 50 metri di raggio intorno all’esemplare;
  • evitare il contatto fisico con l’esemplare e il lancio di oggetti, fare richiami vocali o generare rumore in vicinanza di una foca che rappresentano motivo di disturbo e di stress per l’esemplare;
  • evitare di introdurre gli animali domestici nei luoghi frequentati dalle foche poiché potrebbero essere portatori di malattie per le foche e comprometterne la salute;
  • in mare, occorre spegnere subito i motori dell’imbarcazione, mantenere il silenzio, e aspettare che l’animale continui il proprio percorso senza ostruirlo. Le foche, incuriosite, possono avvicinarsi ai natanti, ai subacquei ed alle imbarcazioni, ma in nessun caso devono essere disturbate, molestate e inseguite sia in acqua sia a terra;
  • durante una nuotata o un’immersione, allontanarsi lentamente per non disturbare l’animale. Qualora l’avvistamento dovesse verificarsi all’interno di una grotta, è importante allontanarsi in silenzio, evitando movimenti bruschi e mantenendosi vicino alle pareti senza ostruire il passaggio acquatico;
  • non tentare di avvicinare una foca monaca con il suo cucciolo: lo stress provocato dalla vicinanza umana potrebbe provocare l’abbandono del cucciolo e mettere a rischio la sua sopravvivenza. Il disturbo al sito di riproduzione potrebbe indurre la femmina ad abbandonare quel luogo negli anni successivi.

Fonti: Reuters e WWF.

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