Uno squalo di ben cinque metri, imbalsamato alla fine degli anni ’90, è stato (ri)scoperto da uno Youtuber nel parco che lo ospitava
Uno squalo di ben cinque metri, imbalsamato alla fine degli anni ’90, è stato (ri)scoperto da uno Youtuber. Era stato dimenticato in un parco acquatico australiano fallito nel 2012.
Sin dal 2012 il grosso squalo Rosie giaceva abbandonato in un parco acquatico dismesso, dove era stata dimenticato. Era stata catturata nel 1998 nel sud dell’Australia e messa in una grossa teca riempita con formaldeide, che avrebbe permesso ai visitatori di tutto il mondo di vederla esposta in mostre e musei in uno stato di conservazione quasi perfetto: l’animale, infatti non era stato sviscerato.
Dopo il fallimento del parco acquatico che la ospitava, il Wildlife Wonderland, Rosie è stata dimenticata fino al 2018, quando un giovane influencer australiano, Lukie Mc, ha postato un video su Youtube in cui mostra l’animale abbandonato all’interno del parco ormai chiuso da anni: il video è divenuto in breve tempo virale ed è stato visto milioni di volte in tutto il mondo, riportando alla luce Rosie e la sua triste storia. Purtroppo però, se da un lato l’eco della vicenda ha coinvolto l’opinione pubblica, dall’altro ha attirato anche vandali e cacciatori di souvenir che si sono avventati nella proprietà privata del parco e hanno provato a distruggere la teca di Rosie, riuscendo a frantumare la parte esterna di due pannelli.
A causa della rottura della teca, il liquido che permetteva la conservazione del fossile è evaporato lasciando scoperto il dorso dell’animale e permettendo ai vandali di riempire la teca di spazzatura – il che, ovviamente, ha danneggiato e scalfito il corpo di Rosie.
Per questo motivo è nata la raccolta fondi “Save Rosie the Shark”, diffusasi velocemente grazie a social media, televisione e radio. I costi per sistemare la teca di Rosie e per riparare i danni sono ingenti – si stima attorno ai 100.000 dollari. Chiunque può partecipare alla raccolta, con un contributo di qualsiasi cifra: gli organizzatori assicurano che tutti i fondi saranno destinati al salvataggio dello squalo fossile, e che ulteriori fondi andranno nelle casse della Australian Animal Rescue per la conservazione degli squali.
Fino ad ora i volontari hanno ripulito la teca di Rosie dai rifiuti e dalla ghiaia: ci sono volute diverse settimane per rimuovere tutti i residui di formaldeide. Molti giorni poi sono stati impiegati per riparare la teca e per rivestirla di vernice dentro e fuori. Ora sono al lavoro esperti che verificheranno l’effettivo stato di conservazione dello squalo.
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