È strage di rondoni a Jesi, in provincia di Ancona, dove i poveri uccelli hanno perso la vita e continuano a farlo nel tetto della chiesa di S. Pietro Apostolo. Il parroco infatti ha fatto murare gli anfratti dei coppi, facendo installare anche delle barriere elettriche antiposa. Tanto basta a fulminare letteralmente gli animali
È strage di rondoni a Jesi, in provincia di Ancona, dove i poveri uccelli hanno perso la vita e continuano a farlo nel tetto della chiesa di S. Pietro Apostolo. Il parroco infatti ha fatto murare gli anfratti dei coppi, facendo installare anche delle barriere elettriche antiposa. Tanto basta a fulminare letteralmente gli animali.
È polemica a Jesi dove i cittadini stanno assistendo a una vera e propria strage di rondoni. Tutto è cominciato la scorsa estate durante i lavori di messa in sicurezza della chiesa dopo il terremoto del 2016. Allora sono stati murati i coppi della facciata della chiesa.
Quest’anno, quando i rondoni sono tornati non hanno trovato più i loro nidi e, ancora peggio, in molti casi sono rimasti folgorati a causa delle barriere elettriche installate appositamente per tenerli lontani.
Secondo quanto raccontato dai media locali, a ridosso della facciata chiesa, tanti sono i rondoni morti, alcuni addirittura impigliati tra i fili elettrici.
A seguire tutta la vicenda, sin dall’inizio, è stata Catiuscia Di Bernardo, che abita di fronte, e che ormai da quasi un anno si è attivata per trovare una soluzione:
“Ho cercato di coinvolgere tutti, Polizia Locale e Provinciale, l’assessore all’ambiente, la consigliera comunale Silvia Gregori, i responsabili dei lavori, Lipu, sono stata alla curia, dai Carabinieri Forestali, ieri, nella sede di San Marcello, dove ho esposto il caso. E poco dopo i militari sono arrivati. Scriverò al Sindaco e se necessario arriverò sino a Roma, all’altra San Pietro. Insieme ad altri amanti degli animali, un passo alla volta, stiamo cercando di difendere e proteggere questi splendidi uccelli che tutelano la biodiversità urbana. Non so se ci riusciremo, ma non molliamo”.
Nei giorni scorsi, i Carabinieri Forestali si sono intrattenuti per circa un’ora e mezza nella chiesa di San Pietro Apostolo per accertare quanto sta accadendo. L’amperaggio presente, nel caso dei piccioni, dà luogo a una scossa che non è mortale ma che risulta fatale per i rondoni, decisamente più piccoli.
Interpellata su Facebook, la Lipu ha spiegato che
“i dissuasori di appoggio elettrostatici per legge devono risultare incruenti sia per i piccioni che per altri animali selvatici. Diversamente può esserci violazione alla normativa sulla tutela della fauna selvatica (legge 157/92) ed a quella contro il maltrattamento degli animali. Di solito queste situazioni si riscontrano quando l’impianto non è installato a norma di legge oppure vi è un cattivo funzionamento, quindi cose che dovrebbero essere risolvibili tecnicamente, basta che chi ne ha la facoltà intervenga. Occorre chiedere di intervenire velocemente e se ci sono problematiche la legge a cui fare riferimento è quella citata qui sopra”.
Norma Barbini, delegato della Lipu di Ancona, ha inviato una lettera sul caso a Striscia la Notizia, chiedendo “un intervento adeguato” da parte della redazione.
Una strage immotivata e crudele.
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Francesca Mancuso