Le rondini tornano dalla migrazione ma trovano i loro nidi bloccati dalle reti

Hanno volato i cieli di due continenti, ma dopo aver percorso quasi 10mila chilometri, si sono trovate davanti una brutta sorpresa: i loro nidi sono stati coperti dalle reti. Le rondini Riparia che dall’Africa sono tornate sulle scogliere di Norfolk, nell’Inghilterra orientale, non hanno più ritrovato la loro casa.

Hanno volato i cieli di due continenti, ma dopo aver percorso quasi 10mila chilometri, si sono trovate davanti una brutta sorpresa: i loro nidi sono stati coperti dalle reti. Le rondini Riparia che dall’Africa sono tornate sulle scogliere di Norfolk, nell’Inghilterra orientale, non hanno più ritrovato la loro casa.

Una fatica enorme per riuscire ad arrivare sane e salve in Gran Bretagna e poter finalmente nidificare a primavera. Le rondini Riparia ogni anno migrano in Africa, ma con la bella stagione tornano a casa per crescere i loro piccoli, ma purtroppo per loro quest’anno ad attenderli c’erano delle reti.

Le rondini non riescono quindi ad accedere nelle fessure delle scogliere dove solitamente creano il loro nido. Ma perché sono state montate queste reti? A decidere è stato il Consiglio distrettuale del North Norfolk proprio per scoraggiare la nidificazione sulle scogliere che secondo un portavoce sarebbero già soggette a erosione.

I funzionari assicurano di aver avuto parere positivo sia dall’agenzia di protezione del governo Natural England, che dall Royal Society for the Protection of Birds (RSPB). Ma è proprio la RSPB a dire che in realtà le cose non stanno esattamente così.

“La decisione del Consiglio a Bacton non segue gli avvertimenti forniti dall’RSPB, né i piani del Consiglio stesso per questo sito. Ora chiediamo loro di rimuovere le reti in modo che le rondini possano tornare ai loro siti di nidificazione dopo il loro lungo volo dall’Africa”.

Ma il Consiglio si giustifica dicendo che le reti sono solo temporanee e che c’è una stretta sorveglianza per assicurare che nessuna rondine o altri volatili rimangano impigliati. Sappiamo però che queste reti non sono state messe li per caso, ma fanno parte di un progetto che prevede il riversamento di di 1,8 milioni di metri cubi di sabbia su un tratto di spiaggia di quasi sei chilometri come protezione per salvaguardare il terminal del gas a Bacton, che gestisce un terzo delle forniture di gas del Paese.
Gli attivisti non ci stanno e le polemiche non si arrestano.

“Sono confuso su come siamo arrivati a questo punto. Dobbiamo prendere in considerazione questi uccelli, non possiamo ignorarli”, dichiara in un tweet Norman Lamb, parlamentare liberaldemocratico del North Norfolk.

In queste ultime ore, qualcosa sembra essersi mosso e il Consiglio dice di essere già all’opera per rimuovere parzialmente le reti che impediscono agli uccelli di accedere ai nidi. Speriamo che le cose vadano veramente così perché questo progetto potrebbe causare gravi danni alla fauna locale.

Anche in Toscana è polemica

Anche in Italia ci sono polemiche sui nidi di rondine. Nei giorni scorsi, la Sei Toscana che gestisce la raccolta rifiuti ad Arezzo, ha sbarrato le finestre di uno dei capannoni per impedire alle rondini di nidificare.

 “E’ reato distruggere i nidi”, dicono le associazioni animaliste. Ma l’azienda rimane ferma sulla propria posizione

“La presenza di numerosi volatili causa continui episodi di imbrattamento da guano, comportando diverse problematiche di igiene sia per i dipendenti in servizio sia per le attrezzature stoccate in loco”.

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Dominella Trunfio

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