Per la prima volta sono stati ritrovati i fossili di un branco di dinosauri in Italia, tra cui un esemplare perfettamente conservato
Sorprendente scoperta in Italia! Per la prima volta nella storia sono stati rinvenuti di fossili di un intero branco di dinosauri. I sette esemplari di Tethyshadros insularis risalgono a 80 milioni di anni fa ed erano ben più grandi di quanto immaginato finora. L’eccezionale ritrovamento è avvenuto qualche giorno fa nel sito di Villaggio del Pescatore, nel comune di Duino-Aurisina, a pochi chilometri da Trieste. A riportare la scoperta in un articolo sulla rivista Scientific Reports un gruppo internazionale di ricerca, coordinati dagli esperti dell’Università di Bologna.
A sorprendere gli studiosi è stato un nuovo esemplare di dinosauro, soprannominato “Bruno”, che rappresenta il più completo e più grande animale preistorico mai rinvenuto nel nostro Paese.
Per la prima volta abbiamo in Italia un giacimento di dinosauri, in cui non solo troviamo i resti di questi animali, che sembrano appartenere a mondi lontani da noi, ma ne troviamo tanti, insieme agli animali che con loro condividevano quel mondo perduto – ha dichiarato Federico Fanti, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, che ha coordinato lo studio. –”Questo sito eccezionale è un luogo dove dal terreno possiamo, e lo stiamo facendo, estrarre tanti scheletri di dinosauri, uno più spettacolare dell’altro; e questa è la prima volta in cui sappiamo esattamente dove continuare a scavarli.
Inoltre, nella stessa area sono stati portati alla luce anche resti di pesci, coccodrilli, rettili marini e persino piccoli crostacei: tutti elementi che confermano la presenza di ecosistema straordinariamente ricco.
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“Bruno”, il primo dinosauro adulto e perfettamente conservato mai rinvenuto nel nostro Paese
Fino ad oggi soltanto un altro esemplare era stato portato alla luce nel sito del Villaggio del Pescatore, nei primi anni ’90: un piccolo dinosauro, ribattezzato “Antonio”, le cui dimensioni ridotte avevano fatto ipotizzare che Tethyshadros insularis potesse essere una specie “nana”. Ma adesso la scoperta di Bruno, molto più grande e con proporzioni più massicce, rivela che Antonio fosse semplicemente un individuo molto giovane.
Ma le soprese non finiscono qua. I nuovi dati geologici emersi dall’analisi del sito hanno portato a ridefinire l’età di questi esemplari che risalirebbero a 80 milioni di anni fa, ovvero 10 milioni di anni più antichi di quanto era stato ipotizzato all’inizio.
Questi nuovi scheletri ci permettono di capire meglio la storia evolutiva di un gruppo di dinosauri chiamati hadrosauriformi: i dinosauri a becco d’anatra a cui appartengono Bruno e Antonio – chiarisce Alfio Alessandro Chiarenza, dell’Università di Vigo (Spagna), primo autore dello studio. – Siamo riusciti a ricostruire come questi dinosauri siano arrivati fino nel cuore dell’attuale Mediterraneo durante il periodo Cretaceo, circa 80 milioni di anni fa: se un tempo di pensava ad un mondo fatto solo di piccole isole tropicali, poco ospitali per i grandi dinosauri, nuovi dati dimostrano come ampie terre emerse connesse con Asia ed Europa occidentale permettessero ad animali come quelli del Villaggio del Pescatore di sopravvivere e, cosa ancora più importante, di fossilizzarsi giungendo intatti fino ai giorni nostri.
Una scoperta che riscriverà la storia dei dinosauri in Italia
In base alla nuova datazione si può dedurre che a quell’epoca l’area del Villaggio del Pescatore non fosse un’isola, ma una terra che si affacciava sull’Oceano della Tetide ed era connessa con l’Europa occidentale e con l’Asia: ampie zone emerse che rappresentavano vie migratorie per i dinosauri.
La recente scoperta rappresenta un enorme traguardo per la paleontologia e aggiunge un importante tassello che permetterà di riscrivere la storia dei dinosauri nel nostro Paese e in tutta l’area mediterranea.
Fonti: Università degli Studi di Bologna/Scientific Reports
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