I rinoceronti non sono medicine. Al via missione italiana contro il bracconaggio (video)

Rinoceronti, le cifre ormai sono da ecatombe. Oltre 700 gli esemplari massacrati nel solo Sudafrica dall'inizio dell'anno, in soli nove mesi si è superata la già spaventosa cifra del 2012, 668 animali uccisi. Ogni 15 minuti muore un elefante sotto i colpi dei bracconieri. Di questo passo saranno estinti in meno di un decennio, mentre già sono spariti dal Limpopo (Mozambico) e da moltissimi paesi dell'Africa subsahariana.

Rinoceronti, le cifre ormai sono da ecatombe. Oltre 700 gli esemplari massacrati nel solo Sudafrica dall’inizio dell’anno, in soli nove mesi si è superata la già spaventosa cifra del 2012, 668 animali uccisi. Ogni 15 minuti muore un elefante sotto i colpi dei bracconieri.

Di questo passo saranno estinti in meno di un decennio, mentre già sono spariti dal Limpopo (Mozambico) e da moltissimi paesi dell’Africa subsahariana.

Il World Wildlife Fund ha pubblicato una serie di video in cinque parti sul bracconaggio, dal titolo #StopWildlifeCrime, esaminando come elefanti, rinoceronti e tigri vengono uccisi per soddisfare la domanda dei consumatori di avorio, pelli e altre parti di animali.

“Il traffico illegale di specie selvatiche è una delle attività criminali più importanti del mondo – classificato al fianco di droga, armi e traffico di esseri umani. Le organizzazioni criminali internazionali che gestiscono questo commercio riempiono le loro tasche con miliardi di dollari”, spiega il WWF, che nella quarta parte della serie esplora il tasso alle stelle di bracconaggio del rinoceronte in Sud Africa a causa della domanda da Vietnam e Cina.

È proprio in Asia, infatti, che l’avorio dei rinoceronti viene considerato come una cura per molte malattie, tra cui anche quelle terminali, nonostante non vi sia alcuna prova scientifica di eventuali proprietà terapeutiche dei corni.

In Italia da tempo l’ANPANA ha deciso di offrire la propria competenza e professionalità nella prevenzione del bracconaggio internazionale, impegnandosi in progetti a medio e lungo termine in collaborazione con l’AIEA (Associazione Italiana Esperti d’Africa) ed una serie di organizzazioni e strutture in territorio africano.

L’aspetto più urgente”, commenta il Comandante Vincenzo D’Adamo, responsabile del progetto Angels for Africa by ANPANA, in partenza proprio in queste ore per Johannesburg, “è quello di garantire una sufficiente protezione alle riserve e alle aree di ripopolamento, con una adeguata mappatura del territorio, una identificazione delle zone critiche e dei punti deboli. Queste valutazioni richiedono sia una verifica via terra che l’utilizzo di droni, in grado di evidenziare potenziali criticità senza mettere a rischio gli operatori”.

La mappatura e la valutazione strategica delle riserve e dei parchi non è tuttavia sufficiente a garantire la conservazione e la tutela delle biodiversità: da più fonti si evince il legame fortissimo del bracconaggio africano con gruppi terroristici e con la criminalità organizzata internazionale e il “wildlife trafficking” è ormai al terzo posto in valore nella classifica dei traffici illegali, preceduto solo da armi e droga.

In uno scenario simile è evidente che non basta rafforzare i confini per garantirne l’inviolabilità ma occorre necessariamente formare e attrezzare unità Ranger in grado di contrastare bracconieri perfettamente armati e senza scrupoli, che arrivano ad avvelenare col cianuro interi fiumi pur di ottenere ciò che vogliono.

ANPANA spera di legare indissolubilmente il valore economico dell’animale vivo alla stabilità economica di intere comunità, attraverso protocolli formativi concordati non solo con AIEA, ma anche con organizzazioni del calibro di AFGA e FGASA,. “Il turismo è fonte di introiti fondamentale per il continente africano ed è giunto il momento di svincolarsi dall’anacronistico quanto opinabile turismo venatorio per proporre itinerari ecosostenibili ed ecocompatibili, nel pieno rispetto della vita e delle biodiversità“, conclude D’Adamo.

Roberta Ragni

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