Siamo nel corso della riproduzione dei ricci di mare e per tutelare questa specie vulnerabile in tutta Italia è in vigore un fermo pesca. Nei mesi di maggio e di giugno i ricci di mare non possono essere pescati che sia per attività professionale o sportiva
Per moltissimi i ricci di mare sono una prelibatezza del nostro Paese, ma a causa della pesca intensiva e il mercato nero che si è generato dietro il commercio questa specie marina, di ricci di mare se ne vedono sempre meno. Per consentire agli esemplari di potersi riprodurre, in questo periodo dell’anno è in vigore un fermo biologico.
Tutti le attività di pesca, professionale e sportiva, sono vietate nei mesi di maggio e di giugno. È il DM del 12 gennaio 1995 a stabilirlo, regolamentando la pesca del riccio di mare in tutta l’Italia e non solo lungo le coste dove la raccolta di ricci di mare è maggiore. L’articolo 4 impone limiti temporali in cui la pesca è sospesa.
Maggio e giugno sono mesi cruciali per questa specie marina in quanto, come abbiamo detto, tra fine primavera e inizio estate avviene la riproduzione. I ricci marini si riproducono senza accoppiamento liberando in acqua spermatozoi e uova. Queste vengono così fecondate. La riproduzione, come per qualunque essere vivente, è una ciclo naturale in cui non bisogna interferire.
Per questo da inizio maggio a fine giugno gli esemplari non possono e non devono essere pescati, pena elevate sanzioni. Si tratta di una fase delicata e fondamentale per una specie estremamente vulnerabile, la cui esistenza è stata stravolta già abbondantemente dall’essere umano.
Regioni come la Puglia hanno cercato di mettere un freno al saccheggio di ricci di mare dalle proprie acque con un fermo di 3 anni. La proposta di legge è stata approvata dalla maggioranza. Per il consigliere Paolo Pagliaro, portavoce dell’iniziativa, il fermo è “un passo decisivo per bloccare il prelievo massiccio dei ricci di mare, anche al di sotto della misura minima consentita per legge di sette centimetri di diametro”.
Altre regioni, come invece la Sardegna, hanno fatto dietrofront. Il Consiglio regionale della Sardegna aveva inizialmente imposto lo stop alla pesca dei ricci di mare fino al 2024. Con un emendamento approvato il 30 novembre, la giunta regionale è tornata sui suoi passi.
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