A Londra il 15 giugno, riapriranno gli zoo e gli animali torneranno ad essere attrazioni turistiche. Un mercato che continua ad essere fiorente
Che la pandemia di coronavirus c’abbia insegnato ben poco ormai è chiaro e con la ripresa della normalità ci sono anche le vecchie abitudini: a Londra il 15 giugno, riapriranno gli zoo e gli animali torneranno ad essere attrazioni turistiche.Una situazione che non riguarda solo il Regno Unito perché le strutture stanno aprendo i botteghini in tutto il mondo, compresa l’Italia e già per fine giugno sono previsti i primi ingressi.
Sfruttati, lontani dal loro habitat naturale e durante il lockdown messi pure a dieta forzata per mancanza di fondi. In questi mesi ne abbiamo raccontate tante. I protagonisti sono sempre loro: leopardi, canguri, tigri, elefanti, ma anche animali acquatici tenuti in spazi ristretti e costretti a una vita da automi. Il tutto per finanziare un mercato che continua ad essere fiorente, ovvero quello di zoo e giardini zoologici.
Nel Regno Unito, dove l’emergenza non è ancora finita, il primo ministro proprio oggi ha presentato il piano per la loro riapertura e per tutte le attrazioni turistiche all’aperto, tra cui safari. All’inizio di questa settimana lo zoo di Chester – chiuso dal 21 marzo – ha dichiarato che il suo futuro era “al limite”, nonostante l’impegno del governo a fornire sostegno finanziario. E il mese scorso lo zoo di Londra – chiuso dal 20 marzo – ha spiegato di dover affrontare un “futuro incerto” senza un sostegno immediato. Martedì, l’ente benefico per la conservazione internazionale Zoological Society of London (ZSL), che gestisce gli zoo di Londra e Whipsnade, ha dichiarato di essere in difficoltà a causa del calo del reddito e dell’aumento dei costi.
“Speriamo che la riapertura dei parchi safari e degli zoo contribuirà a fornire alle famiglie più opzioni per trascorrere del tempo all’aperto, supportando nel contempo l’industria a prendersi cura di questi incredibili animali”, spiega un portavoce di Downing Street.
“Prevediamo di avere i biglietti pronti entro venerdì, speriamo nel supporto dei visitatori”, spiegano i gestori, “Ma come settore, non siamo in crisi. Gli acquari sono ancora chiusi, per alcuni giardini zoologici, in particolare quelli che dipendono dal turismo, la riapertura non sarà finanziariamente redditizia per loro.
Cosa ci sia di divertente nel vedere animali chiusi in dei recinti, noi ce lo chiediamo da anni. Così come ci interroghiamo sulla difesa di chi gestisce zoo e giardini che ‘trattano bene gli animali’. Il punto è che questi animali selvatici ed esotici hanno bisogno di essere lasciati semplicemente in pace e di vivere nel loro habitat naturale e non di essere imboccati come se fossero domestici.
Cosa significa poi ‘sono trattati bene’? Dopo averli strappati da cuccioli alle loro madri ed essere rinchiusi in spazi angusti, avrebbero dovuto essere trattati anche male? Fermo restando che siamo veramente lontani dal concetto di benessere.
La pandemia e la crisi che sta affrontando il settore forse avrebbe dovuto far riflettere sul fatto che zoo e giardini zoologici non hanno più senso di esistere. Abbiamo già dimenticato chi non avendo cibo a sufficienza minacciava di fare uno sterminio? In loro soccorso sono arrivati gli aiuti statali e fortunatamente, perché ci sarebbe stato un prezzo troppo alto da pagare per gli animali. Ma adesso, come se nulla fosse, si pensa alla riapertura. Ed è così in tutto il mondo.
Fonte: BBC
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