Rettili: 1 specie su 5 rischia l’estinzione. Tra le cause principali la deforestazione

Una nuova indagine, la più completa condotta sui rettili fino ad oggi, ha rilevato che oltre un quinto delle specie presenti al mondo rischia l'estinzione. La principale causa? La deforestazione seguita da altre attività umane

Una nuova indagine guidata dall’Università Monash di Melbourne, la più completa condotta sui rettili fino ad oggi, ha rivelato che almeno 1.829 specie su 10.196 sparse in 24 diversi paesi del mondo (21,1%) sono in via di estinzione, classificate come vulnerabili, in pericolo o in pericolo critico. Praticamente 1 specie su 5 è a rischio. Tartarughe e coccodrilli sono in prima linea, rappresentano infatti il 57,9% e il 50,0% delle specie in pericolo.

L’indagine pubblicata su Nature, avviata nel 2005, ha coinvolto circa 1.000 scienziati e 52 coautori che lavorano per IUCN, NatureServe e Conservation International, e ha rilevato che alcune delle minacce principali alla sopravvivenza dei rettili sono rappresentate da agricoltura, deforestazione, sviluppo urbano e specie invasive. Ma anche caccia e cambiamenti climatici. Insomma, è l’attività umana la principale causa della loro estinzione.

I rettili maggiormente minacciati sono quelli concentrati nelle aree forestali, come il cobra reale, mentre gli abitanti del deserto corrono minori rischi. Probabilmente perché le foreste vengono maggiormente sfruttate dall’uomo rispetto agli ambienti aridi.

I ricercatori hanno anche creato una mappa delle aree con la più alta concentrazione di specie a rischio, che sono risultate Asia sudorientale, Africa occidentale, Madagascar settentrionale, Ande settentrionali e Caraibi. Conoscerle permetterà loro di capire quali tipi di sforzi di conservazione potrebbero essere più utili per arginare questa tragedia.

In ogni caso, la protezione dell’habitat rimane essenziale per prevenire l’estinzione dei rettili e di tanti altri animali. – Se dovessimo perderli -, ha dichiarato Neil Cox, Manager della IUCN-Conservation International Biodiversity Assessment Unit, – perderemmo miliardi di anni di storia evolutiva.-

FONTE: Nature

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