Regalare oranghi ai paesi che acquistano olio di palma, l’assurda idea della Malesia per salvaguardare la fauna selvatica

La proposta malese di regalare oranghi ai Paesi che acquistano olio di palma è a dir poco assurda, disumana, incoerente e pericolosa. Trasferire questi animali in nuovi ecosistemi rappresenta un grave rischio, inoltre relegarli a una vita in cattività negli zoo (perché questo in definitiva sarebbe) è eticamente riprovevole

La Malesia ha recentemente annunciato una proposta tanto insolita quanto assurda, nel tentativo di migliorare la sua reputazione internazionale in merito alla produzione di olio di palma: regalare oranghi ai Paesi acquirenti di tale prodotto. Un modo assolutamente discutibile di affrontare il problema.

Il ministro malese delle piantagioni e delle materie prime, Johari Abdul Ghani, è convinto però che questa strategia sia un modo per dimostrare l’impegno del Paese nella conservazione della biodiversità e delle specie selvatiche. Ovviamente questa mossa è stata accolta con una serie di critiche e dubbi riguardo alla sua reale efficacia (oltre che per la davvero scarsa eticità).

In primo luogo, c’è da considerare il contesto ambientale in cui si inserisce questa iniziativa. L’olio di palma, prodotto principale della Malesia, è notoriamente associato alla deforestazione e alla distruzione degli habitat naturali, fenomeni che hanno un impatto devastante sulla fauna selvatica, inclusi gli oranghi. Quindi, offrire oranghi come “doni diplomatici” è una contraddizione in termini, in quanto non affronta direttamente le cause della deforestazione e della perdita di habitat.

Inoltre, la proposta è eticamente discutibile. Gli animali non dovrebbero essere trattati come strumenti politici o economici, ma come individui dotati di diritti e dignità.

Al di là di queste considerazioni, c’è anche il dubbio sulla reale efficacia di questa idea nel raggiungere gli obiettivi dichiarati. Che senso ha prendere un animale selvatico e spostarlo dal suo habitat naturale in un altro Paese?

Si tratta palesemente di un’idea assurda e incoerente che, al contrario di quanto dichiara, alimenta lo sfruttamento della fauna selvatica. Infatti, trasferire gli oranghi in ecosistemi estranei rappresenta un rischio significativo che minaccia l’equilibrio ecologico e mette a repentaglio la stessa sopravvivenza di queste creature.

Non solo è un atto di irresponsabilità ambientale, ma è anche eticamente riprovevole, dove finiranno infatti gli oranghi regalati? Ovviamente negli zoo o, nel migliore dei casi, nei rifugi per animali selvatici.

La Malesia dovrebbe concentrarsi invece sulla conservazione degli habitat naturali degli oranghi e combattere la deforestazione, perché questa è l’unica soluzione davvero accettabile e scientificamente valida per garantire il  futuro di questa specie e la salvaguardia della biodiversità.

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Fonte: Guardian

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