In Italia amiamo i nostri amici a quattro zampe, nonostante la crisi e le difficoltà economiche. È questo il dato che emerge dalla seconda edizione del “Rapporto Animali in città”, l’indagine di Legambiente realizzata sulla tutela e sulla gestione degli animali nei Comuni capoluogo di provincia, realizzata attraverso un questionario inviato alle amministrazioni.
In Italia amiamo i nostri amici a quattro zampe, nonostante la crisi e le difficoltà economiche. È questo il dato che emerge dalla seconda edizione del “Rapporto Animali in città”, l’indagine di Legambiente realizzata sulla tutela e sulla gestione degli animali nei Comuni capoluogo di provincia, realizzata attraverso un questionario inviato alle amministrazioni.
Delle 104 contattate hanno risposto in 87, che sono state suddivisein tre gruppi: 15 grandi città con più 200mila abitanti, 44 medie città con popolazione tra 80mila e 200mila abitanti e 45 piccole città con meno di 80mila abitanti. Al questionario hanno risposto 13 grandi città, 38 medie città e 36 piccole città. Tra loro, molti offrono strutture e servizi di qualità per gli animali domestici, ma c’è ancora tanto da fare.
Solo il 75,8%, ad esempio, conosce il numero dei cani iscritti nel 2011 all’anagrafe canina, mentre il 55,1% ha censito le strutture dedicate agli animali d’affezione e dispone sul territorio di strutture per ospitare cani vaganti. Il 65,5% dei capoluoghi ha poi un piano di tutela e controllo delle colonie feline e il 68,9% consente ai cittadini di viaggiare sui mezzi pubblici con i propri animali.
Sono, invece, troppo pochi i Comuni che realizzano campagne d’informazione sull’anagrafe canina, solo il 43,6% nel 2011, o attività di promozione della microchippatura, il 48,2%, entrambe fondamentali per ridurre significativamente il rischio di abbandono e calibrare al meglio i servizi offerti sulla base del numero degli animali presenti in città. Ed ancora solo il 45,9% ha un apposito nucleo di polizia municipale per la vigilanza della corretta gestione degli animali in città. Negativi anche i dati sulla conoscenza della biodiversità animale in città: ne è cosciente appena il 26,4%, che può quindi gestire al meglio aree verdi urbane e prevenire zoonosi e/o conflitti con altre attività cittadine.
Ma in questo panorama, non mancano gli esempi virtuosi di Genova per il piano di tutela e gestione delle colonie feline, di Parma per il quadro conoscitivo sugli animali d’affezione e i servizi al riguardo, di Prato per la conoscenza della biodiversità animale in città e i servizi offerti o di Pordenone per le esperienze di formazione cinofila rivolte ai cittadini. Anche le città di Padova, Forlì e Ferrara si sono contraddistinte per informazione e servizi offerti tramite sito istituzionale, mentre Ravenna per la conoscenza della biodiversità animale in città, Udine, Cremona e Torino per la pluralità dei servizi e Pesaro per l’esperienza dei cani di quartiere.
“Anche in questa seconda edizione di Animali in città – spiega Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna e Benessere animale Legambiente – non abbiamo stilato una classifica dei Comuni, ma abbiamo individuato le Amministrazioni che offrono ai cittadini e ai loro fedeli amici servizi di qualità e posto in evidenza le esperienze più strutturate che possono essere da esempio per altri municipi”. Particolarmente interessante, infine è l’esperienza del Presidio Ospedaliero Veterinario dell’ASL Napoli 1, operante sul territorio dei Comuni di Napoli, Portici, Capri e Anacapri.
Il presidio fornisce un servizio h24 di pronto soccorso per tutte le specie sinantrope (cani, gatti, avifauna, ecc.) senza padrone, fornendo anche il ricovero in degenza e sviluppando programmi di educazione sanitaria sul corretto rapporto uomo/animale/ambiente rivolti alla varie fasce di età. Quest’esperienza, spiega Morabito, “offre un’importante chiave di lettura per ripensare e potenziare le strutture in questione in un rafforzato spirito di collaborazione e cooperazione tra Amministrazioni pubbliche“.
Il Rapporto evidenzia non solo le virtuosità, ma anche i punti critici su cui lavorare. “Le Amministrazioni comunali – conclude Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – dovrebbero impegnarsi di più nel fornire strutture e servizi di qualità, e soprattutto promuovere campagne d’informazione per diffondere una cultura basata sul rispetto, la cura e il possesso responsabile degli animali da compagnia. Dall’altra parte è indispensabile una maggiore consapevolezza da parte dei proprietari di animali d’affezione sull’importanza di educare e gestire gli amici a quattro zampe nel massimo rispetto dell’ambiente e della pluralità di esigenze della Comunità”.
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Roberta Ragni
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