Soppressione immediata di tutti i cani senza padrone, dentro e fuori dai canili pubblici. E' quello che sta per accadere in Romania, dove il presidente Traian Basescu, da sempre grande sostenitore delle soluzioni cruente, si è affrettato a risolvere il problema del randagismo mediante l'esecuzione sommaria degli animali che non hanno una famiglia.
Soppressione immediata di tutti i cani senza padrone, dentro e fuori dai canili pubblici. È quello che sta per accadere in Romania, dove il presidente Traian Basescu, da sempre grande sostenitore delle soluzioni cruente, si è affrettato a risolvere il problema del randagismo mediante l’esecuzione sommaria degli animali che non hanno una famiglia.
LA CAUSA SCATENANTE – A sette anni dall’ultimo tragico incidente, che vide la morte di un diplomatico giapponese in centro a Bucarest, all’origine della decisione c’è un nuovo dramma, che si è consumato nella capitale rumena: un bimbo di 4 anni è stato attaccato e sbranato da un branco di cani randagi, dopo essere stato perso di vista dalla nonna.
L’episodio ha riacceso i riflettori sull’irrisolto problema del randagismo in tutta la Romania, A rendere il dibattito ancora più infuocato c’è il fatto che il cane, considerato il principale responsabile dell’aggressione, era stato riscattato da una piccola associazione animalista in un canile pubblico e rimesso in libertà, violando la regola secondo cui è proibito rilasciare sul territorio un cane precedentemente segnalato dai cittadini come aggressivo.
LA VERITA’ – Mentre gli show tv e le istituzioni scelgono la strada dell’emotività, Save the Dogs preferisce guardare ai numeri, che parlano chiaro: secondo le autorità sanitarie, a Bucarest vengono morsicati in un anno circa 16.000 cittadini, ovvero appena lo 0,76% della popolazione. Questa percentuale diventa lo 0,5% a Costanza, dove 3.000 persone all’anno si recano in ospedale per essere assistite in seguito al morso di cani.
Fermo restando che non è dato sapere quanti di questi casi siano effettivamente ascrivibili a cani randagi, e non a cani di proprietà lasciati vagare senza controllo, queste sono le statistiche in due città dove l’uccisione dei cani è stata applicata da 12 anni in modo discontinuo (Bucarest) e continuativo (Costanza). “Ancora una volta un episodio doloroso come quello del bimbo viene manipolato dai politici come Basescu per alimentare il business enorme delle società di cattura ed uccisione – spiega dalla Romania la Presidente di STD Sara Turetta – mentre è evidente che là dove c’è stata una gestione virtuosa del fenomeno, con sterilizzazioni, contrasto all’abbandono ed educazione della popolazione, la situazione e’ molto migliorata”.
E LA LEGGE CONTRO IL RANDAGISMO SI IMPOLVERA… – Intanto, sono ben tre anni che la legge per la gestione del randagismo è ferma presso una Commissione parlamentare: se infatti da una parte nel 2008 si e’ deciso di vietare le uccisioni di cani sani, dall’altra non sono mai state deliberate le norme di applicazione, creando così un limbo legislativo che ha permesso alla maggior parte dei sindaci di continuare ad eliminare i randagi tramite contratti milionari con società “amiche”.
“Da 12 anni i cani sono il capro espiatorio preferito dei governanti rumeni – spiega Turetta – e si continua a fare appello alle uccisioni come unica soluzione del randagismo. Peccato che finora questo approccio non abbia risolto nulla, se non arricchire esponenti e partiti politici e provocare enormi sofferenze agli animali. Episodi come questo – conclude Turetta – vengono sfruttati per alimentare posizioni populiste che alimentano un sistema di clientele e di corruzione, nel disinteresse totale per il bene reale della comunità”.
ADOZIONE ENTRO 7 GIORNI O MORTE – Anche il sindaco di Valnicu Valcea, piccola cittadina della Romania, ha scelto di uccidere tutti i cani del canile comunale se entro 7 giorni dall’entrata nella struttura non vengono adottati. Per manifestare il proprio dissenso e convincere il primo cittadino a cambiare idea, è possibile firmare una petizione apposita si Change.org (clicca qui).
Roberta Ragni
Photo credit: A. Mesiano
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