I ragni si sono salvati dalle inondazioni in Pakistan così, avvolgendo gli alberi con le loro ragnatele

A causa delle inondazioni in Pakistan, i ragni hanno cercato rifugio sugli alberi ricoprendoli di uno spesso strato di ragnatele

Nel 2010 il Pakistan ha subito inondazioni catastrofiche che hanno coinvolto circa il 20% del paese, influenzando drasticamente la vita di 20 milioni di persone. Oltre agli impatti devastanti sulle comunità umane, le alluvioni hanno anche modificato il comportamento di numerose specie animali, inclusi gli aracnidi.

Con l’aumento del livello dell’acqua, infatti, milioni di ragni sono stati costretti a cercare rifugio sugli alberi, creando un fenomeno insolito e inquietante. Gli alberi della regione del Sindh, in particolare, si sono ritrovati ricoperti da uno strato spesso di ragnatele.

Questo comportamento dei ragni, del tutto atipico, è stato innescato dalla necessità di sfuggire alle acque alluvionali che impiegavano mesi per ritirarsi. Il risultato è stato un panorama alieno: intere foreste ricoperte da un sottile ma denso strato di ragnatele, con alberi che sembravano avvolti in giganteschi bozzoli.

Si è assistito a una significativa riduzione delle zanzare

Questo fenomeno ha avuto un impatto visivo suggestivo, ma ha anche avuto conseguenze ecologiche. La copertura di ragnatele sugli alberi, pur rappresentando una minaccia per la vegetazione, ha prodotto un effetto collaterale inaspettato: una significativa riduzione delle zanzare nelle aree colpite.

Infatti i ragni, intrappolati sugli alberi, sono diventati predatori naturali delle zanzare, che proliferano in presenza di acque stagnanti, come quelle causate dalle inondazioni. Questo ha portato a una diminuzione dei casi di malaria, una malattia diffusa attraverso le punture di zanzara, in una situazione dove ci si sarebbe aspettati il contrario, dato l’ambiente ideale per la proliferazione di questi insetti.

Nonostante questi effetti positivi, il fenomeno delle ragnatele ha anche sollevato preoccupazioni per la salute a lungo termine degli alberi e dell’ecosistema locale, poiché la copertura delle ragnatele impedisce la fotosintesi e potrebbe compromettere la vita delle piante coinvolte.

Il ritorno alla normalità è stato lungo e complesso e ci sono voluti anni affinché l’equilibrio si sia ristabilito pienamente. Le autorità locali e internazionali hanno lavorato intensamente per fornire aiuti umanitari alle comunità colpite, garantendo acqua potabile, cibo e riparo.

Programmi di ricostruzione e ripristino agricolo, come la distribuzione di semi e strumenti, sono stati avviati per aiutare la popolazione a riprendersi dai danni ma le immagini di quelle ragnatele enormi, simbolo della resilienza delle specie animali di fronte alle calamità naturali, resteranno per sempre impresse nella mente.

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