Opera di ingegneria della natura, ma anche una spia della qualità dell'aria nelle nostre città: sono le ragnatele, e possono dirci molto sulla presenza di microplastiche nell'aria che respiriamo
Mosche, zanzare, piccoli insetti, ma anche pollini, particelle inquinanti e microplastiche: tutto ciò che viaggia nell’aria finisce imbrigliato nelle ragnatele. Partendo da questa consapevolezza, alcuni biologi dell’Università di Oldenburg (Germania) hanno sfruttato il potere attrattivo delle ragnatele per esaminare la qualità dell’aria nelle città.
Per fare questo, i ricercatori hanno prelevato campioni di ragnatele presenti sui pali indicanti le fermate dell’autobus lungo diverse vie del centro urbano, percorse da diversi livelli di traffico. I campioni sono poi stati analizzati in laboratorio per comprendere i livelli di inquinamento urbano e, eventualmente, elaborare modelli di distribuzione delle particelle inquinanti.
Studi precedenti hanno sfruttato le ragnatele come “cartina al tornasole” della qualità dell’aria urbana a causa della loro capacità di trattenere tutto quello che è volatile. Tuttavia, se fino ad ora ci si era concentrati sulla presenza di particelle magnetiche o metalli pesanti nell’aria, ora l’attenzione si è rivolta alle microplastiche.
(Leggi anche: La ragnatela: prodotto di elevata ingegneria)
Dopo una prima osservazione al microscopio, i campioni sono stati riscaldati a temperature molto elevate e in assenza di ossigeno (pirolisi), in modo da separare i frammenti di plastica dalla ragnatela grazie ad un gascromatografo.
Le microplastiche rappresentano il principale elemento contaminante nell’aria che respiriamo, come dimostrato dalla loro presenza nelle ragnatele esaminate. Esse provengono principalmente dai tessuti e dall’abrasione dei pneumatici sull’asfalto delle strade. Tutte le ragnatele oggetto dello studio sono risultate contaminate dalla plastica, che in alcuni casi rappresentava un decimo del peso dell’intera ragnatela.
Il 90% delle microplastiche analizzate è rappresentato da PET, PVC e materiale di pneumatici (in proporzione variabile a seconda della quantità di traffico nella zona in cui la ragnatela è stata prelevata); anche l’abrasione della segnaletica orizzontale dipinta sull’asfalto rappresenta un’importante fonte di microplastiche.
I ricercatori hanno scoperto che le minuscole particelle di plastica si accumulano in modo sorprendentemente veloce nelle ragnatele – e questo potrebbe rappresentare un vantaggio nei futuri studi sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento.
Fra gli altri agenti contaminanti raccolti dalle ragnatele, i ricercatori menzionano particelle di fuliggine e microscopici frammenti di fibre (derivanti da tessuti).
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Fonte: Science of the Total Environment
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