Un pesce negli abissi dell'Oceano Pacifico settentrionale ha battuto ogni record pensabile. È stato registrato a una profondità impressionante nel corso di una spedizione iniziata lo scorso anno. La ricerca fa parte di un lungo progetto per studiare più a fondo la biodiversità dei fondali oceanici
Qual è la profondità massima a cui è possibile trovare dei pesci che nuotano negli abissi dell’oceano? Gli studiosi credevano di conoscere la risposta, ma si sbagliavano. Un recente rilevamento ha dimostrato che il record di 8.178 metri detenuto da un tipo di pesce lumaca nella Fossa delle Marianne è letteralmente acqua passata.
Un team di studiosi ha infatti filmato un pesce della stessa specie, appartenente al genere Pseudoliparis, muoversi ancora più in profondità e mica di poco. Nell’ambito di una spedizione iniziata lo scorso anno a bordo di una nave oceanica nella fossa di Izu-Ogasawara, in Giappone, è stata documentata la presenza di questi pesci a una profondità superiore agli 8.000 metri.
L’esemplare che si è spinto ancora più verso il fondo dell’oceano è stato registrato a 8.336 metri dalle telecamere sottomarine. Sembra impressionante solamente a pensarlo, ma è la realtà.
Abbiamo trascorso oltre 15 anni alla ricerca di questi pesci lumaca abissali; c’è molto di più in loro, ma la profondità massima a cui possono sopravvivere è davvero sorprendente, ha affermato il professor Alan Jamieson, fondatore del Minderoo-UWA Deep Sea Research Center.
Scientists break new record after finding world's deepest fish
🌊 Scientists from UWA and Japan have set a new record for the deepest fish ever filmed and caught! 🐟They discovered a snailfish at a depth of 8,336m in the Izu-Ogasawara Trench and caught two more from 8,022m during a two-month expedition. https://bit.ly/3U1KZhU
Posted by The University of Western Australia on Monday, April 3, 2023
Ma come fanno i pesci lumaca a sopravvivere a queste profondità tenendo conto della schiacciante pressione? Alcune caratteristiche specifiche lo rendono possibile e l’attuale scoperta confermerebbe delle teorie avanzate dagli studiosi.
Diversamente da altri pesci, quelli del genere Pseudoliparis non hanno la vescica natatoria, una sacca che regola il galleggiamento. Al posto delle squame presentano uno strato gelatinoso. Assomigliano al pesce Blob in un certo senso. Gli individui più giovani possono raggiungere profondità superiori rispetto agli adulti. Così è stato per il pesce lumaca da record.
Secondo gli studiosi poiché la temperatura e la pressione sono molto interconnesse, è possibile che dopo gli 8200 metri proprio la temperatura entri in gioco, permettendo ai pesci di sopravvivere in questo ambiente ostile, come precisato dagli esperti.
Quando andiamo in luoghi più freddi, tutto diventa meno profondo, e quando andiamo in luoghi più caldi, le cose vanno più in profondità. Tutti i pesci producono osmoliti, un fluido che le cellule producono per contrastare la pressione. Quando si osserva un pesce da un punto di vista biochimico, la concentrazione del fluido appare lineare con la profondità. Quando si arriva a circa 8.200-8.400 metri, la variazione è probabilmente dipendente dalla temperatura e si raggiunge quella che viene chiamata isosmosi, il che significa che non si può più aumentare la concentrazione di quel fluido nelle cellule, ha spiegato il professor Jamieson.
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Fonte: UWA
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