Sale a quattro il numero dei cetacei trovati morti sulle coste della Sicilia.
Basta, quella dei capodogli in Sicilia è una vera e propria strage! Sale infatti a quattro il numero dei cetacei trovati morti sulle coste dell’isola.
Dopo i ritrovamenti dei giorni scorsi a Cefalù, a Palermo e nel Messinese, è stato individuato un quarto capodoglio deceduto a largo di Favignana. E quanto alle cause, ora, ci si discosta dalla “sola” presenza di plastica negli stomaci (anche perché alcuni non ne avevano) e si pensa ad altro.
A trovare il giovane esemplare di capodoglio, di circa 7 metri e in avanzato stato di decomposizione, è stato il personale dell’Area marina protetta delle Egadi, che lo ha avvistato al largo del Faraglione di Favignana, durante lo svolgimento di attività di monitoraggio in mare.
Si tratta del quarto giovane capodoglio trovato morto nelle acque siciliane. Gli altri esemplari sono stati rinvenuti spiaggiati lungo la costa nord della Sicilia, a Cefalù, vicino Palermo e a Capo Calavà.
“Ignote le cause del decesso ma, trattandosi tutti di individui giovani, è verosimile pensare a cause non naturali, come nel caso dell’esemplare spiaggiatosi vicino a Cefalù, nel quale sono stati trovati 10 kg di plastica nello stomaco”, scrivono dall’Area marina delle Egadi.
Rimane dunque un bel mistero da risolvere. Se alcuni esperti sospettano che sia in atto una pericolosa epidemia, altri puntano il dito contro l’esercitazione militare che si è tenuta tra la fine di aprile e i primi di maggio nelle acque del Mediterraneo Centrale e Meridionale, alla quale hanno partecipato 5 sommergibili e più di 40 navi.
È cosa risaputa che i sonar militari siano in grado di spaventare a morte i cetacei, in particolar modo quelli che si immergono a grandi profondità come i capodogli e gli zifidi, che costretti a risalire a grande velocità vanno incontro alla malattia da decompressione.
Per adesso, però, non esistono prove certe di qualche collegamento tra gli spiaggiamenti e la recente esercitazione militare. Speriamo solo che questa moria finisca e in fretta.
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Germana Carillo