Come avviene la produzione industriale di oltre 525 milioni di pulcini destinati ogni anno al mercato della carne? Cosa accade all’interno di un incubatoio, dove nascono i pulcini che saranno poi allevati come polli?
Come avviene la produzione industriale di oltre 525 milioni di pulcini destinati ogni anno al mercato della carne? Cosa accade all’interno di un incubatoio, dove nascono i pulcini che saranno poi allevati come polli?
Lo rivela un’infiltrata dell’associazione Essere Animali, che ha lavorato in una grande azienda italiana filmando con una telecamera nascosta il primo giorno di vita dei pulcini.
Dopo la schiusa delle uova, che avviene in forni a temperatura controllata, gli animali sono scaraventati in una catena di montaggio, trasportati prima in un reparto in cui sono separati in base al sesso e successivamente vaccinati.
Il rumore è incessante, i rulli sono stracolmi al punto che i pulcini rischiano il soffocamento oppure cadono, finendo per morire schiacciati sul pavimento.
A migliaia muoiono o rimangono incastrati con le zampe nei macchinari, ma i ritmi di lavoro non consentono alle operaie di prestar loro la minima cura.
Gli animali deboli e feriti sono tritati vivi in un maceratore. Possono attendere anche ore prima di essere uccisi.
“Questi piccoli hanno poche ore di vita e sono trattati come oggetti. In ogni angolo si guardi, vi sono pulcini che agonizzano”, racconta l’attivista.
Questi pulcini sono destinati a diventare la carne di pollo che troviamo nei supermercati.
In Italia il consumo pro capite di questa carne è di 15,33 kg/anno e fino a quando rimarrà tale servirà un sistema di produzione industriale fatto di allevamenti intensivi e incubatoi, dove non c’è pietà nemmeno per i pulcini.
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Sono immagini forti, ma vale la pena condividerle con la speranza che tutti prendano coscienza di queste violenze.
Se da un lato devono farci riflettere sulle nostre scelte alimentari, dall’altro possiamo passare all’azione firmando la petizione, per chiedere al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che i soldi pubblici non siano più utilizzati per sostenere l’industria della carne.
Per firmare la petizione clicca qui
Roberta Ragni
Photo credit ‘Essere Animali’