Prima e dopo Yulin: gli animali salvati dall’atroce festival cinese della carne di cane (che ancora non abbiamo fermato)

Animali trucidati in massa per il festival degli orrori in Cina: Yulin è tornato ancora quest'anno, ma questi cani sono sopravvissuti. Questo è il loro prima e dopo. La loro trasformazione non ha bisogno di ulteriori parole

Il solstizio d’estate è una data che gli animalisti non vogliono arrivi mai. Non vi sono celebrazioni che distolgano il pensiero. Quel giorno, il 21 giugno, dà il via al massacro di cani ma anche gatti durante il Festival di Yulin in Cina, un orrore che si ripete anno dopo anno.

È un evento raccapricciante, in cui le crudeltà disumane non si contano. Le vedono con i loro occhi e le provano sulla loro pelle i tantissimi cani catturati dalle strade, presi a bastonate, scuoiati vivi, fatti a pezzi, bolliti per consumarne la loro carne.

Attendono il loro turno ammassati in microscopiche gabbie arrugginite, assistendo alle torture che subiscono i loro compagni, ascoltando i loro lamenti strazianti tra angoscia e stress.

Le immagini che provengono da Yulin sono un pugno nello stomaco. Sono difficili da guardare, impossibili da accettare. Noi abbiamo deciso di mostrarvi un prima e dopo dei cani scampati alla morte e salvati dagli animalisti.

Questi sono 4 cani miracolati, se così si può dire, di cui si prende cura l’associazione Paws of China. L’ente è impegnato nel recupero dei cani e gatti destinati ai mercati cinesi. Questo è il loro prima e dopo Yulin, la loro trasformazione.

Loro sono Pacino, Snow, Autumn, superstiti del festival di Yulin dello scorso anno, e Maria, sottratta invece a un macellaio di cani della Cina settentrionale.

Pacino è il primo in foto, trascinato in una gabbia assieme a un amico di sventura. Non sapeva allora cosa fosse la fortuna, ma lo ha scoperto presto. Snow sorrideva anche davanti a un destino infame, forse non avendo mai smesso di avere fiducia nell’essere umano. Sbagliava, ma non nei confronti di chi gli ha restituito la vita.

Autumn era rassegnato, imprigionato e accovacciato, contando i secondi alla sua esecuzione. Ma questa non è mai stata compiuta. La catena al collo di Maria parla da sé, quasi strozzata ancor prima di essere macellata. Il suo sorriso è il grazie più sentito che gli animalisti potessero ricevere.

La loro storia ha un dopo, come possiamo vedere tutti, ma quel dopo non ha ancora avuto il lieto fine che questi cani meritano. Pacino, Snow, Autumn e Maria aspettano ancora una casa nel rifugio dell’associazione. Nel mentre sensibilizzano il mondo con i loro racconti, sperando di arrivare al cuore degli adottanti.

Yulin, una mostruosità che ancora documentiamo

Anche nel 2024, il festival di Yulin non è stato messo al bando. Si ritiene che sin da quando il festival è stato lanciato nel 2010 siano stati trucidati fino a 15mila cani, e forse anche oltre.

Gli appelli internazionali, le azioni di protesta, interviste e sondaggi per conoscere l’opinione della popolazione hanno messo pressione alla Cina, riducendo il numero di animali macellati di anno in anno e dimostrando una grande attenzione al tema, ma pochi fatti da parte delle autorità.

Un sondaggio condotto per conto di Vshine, partner cinese dell’associazione Humane Society International, aveva rivelato che solo il 20% dei cinesi si era detto contrario all’introduzione di un divieto della carne di cane e di gatto.

Ci rendiamo tutti conto che si tratta di una percentuale bassissima, indice di un cambiamento in atto nella società nel modo di considerare questi animali, esseri senzienti e non cibo.

Quel cambiamento ha già dato i suoi frutti nelle città cinesi di Shenzhen e Zhuhai, dove il commercio di carne di cane e gatto è stato proibito. È improrogabile vietarlo anche in tutta la Cina. Non vogliamo documentare ancora queste atrocità.

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Fonti: pawsofchina/Instagram – HSI

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