Il sonno dei polpi è più complesso di quanto immaginato finora e presenta una fase REM, che ricorda quella attraversata dagli esseri umani. Un nuovo studio scientifico suggerisce che queste affascinanti creature marine fanno dei sogni
I polpi sono noti per la loro eccezionale intelligenza e l’ottima memoria. Ma c’è una cosa che forse non sapete su queste creature marine dalle origini estremamente antiche: sono potenzialmente in grado di sognare. Tali molluschi attraversano, infatti, due fasi del sonno: una più tranquilla e un’altra attiva che ricorda lo stadio REM tipico degli esseri umani.
A svelarlo è un’affascinante ricerca portata avanti dai ricercatori dell’Okinawa Institute of Science and Technology (OIST), in collaborazione con l’Università di Washington, che hanno analizzato l’attività cerebrale della specie di polpi Octopus laqueus.
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Mentre dormono, alternano fasi serene di sonno – in cui restano immobili e la loro pelle appare bianca – con brevi momenti di frenetica attività. In questo stadio i loro tentacoli e gli occhi si contraggono, il ritmo respiratorio accelera, mentre la loro pelle assume colorazioni vivaci.
“Tutti gli animali sembrano mostrare una qualche forma di sonno, anche quelli più semplici come le meduse e moscerini della frutta. Ma per molto tempo, solo i vertebrati erano noti per passare da due diverse fasi del sonno” chiarisce il professor Sam Reiter, che guida l’Unità di neuroetologia computazionale dell’OIST ed è uno dei co-autori dello studio.
In primis gli scienziati hanno verificato se i polpi fossero veramente addormentati durante lo stadio attivo. Fornendo uno stimolo fisico, hanno scoperto che sia nella fase tranquilla che in quella attiva del sonno, i polpi avevano bisogno una stimolazione più forte prima di reagire, rispetto a quando erano svegli.
I ricercatori hanno poi approfondito l’attività cerebrale dei polpi sia quando dasvegli che addormentati. Durante la fase di sonno tranquillo, sono state notate caratteristiche onde cerebrali che assomigliano a quelle registrate durante il sonno non REM nel cervello dei mammiferi chiamate fusi del sonno. Sebbene l’esatta funzione di queste forme d’onda non sia chiara nemmeno per esseri umani, gli esperti ritengono che aiutino a consolidare i ricordi. Inoltre, utillizzando un microscopio all’avanguardia, gli scienziati hanno appurato che queste onde si verificano nelle regioni del cervello dei polpi associate all’apprendimento e alla memoria.
Have you ever seen a sleeping octopus?🐙 https://www.oist.jp/news-center/news/2023/6/29/octopus-sleep-surprisingly-similar-humans-and-contains-wake-stage
Posted by OIST Okinawa Institute of Science and Technology on Thursday, June 29, 2023
Perché i polpi cambiano colore mentre dorme
Circa una volta all’ora, i molluschi sono entrati in una fase di sonno attivo per circa un minuto. Durante questa fase, l’attività cerebrale dei polpi era molto simile a quella durante la veglia, proprio come il sonno REM negli esseri umani.
Infine, il team di ricerca ha anche catturato e analizzato i modelli mutevoli della pelle dei polpi sia da svegli che da addormentati con una risoluzione ultra-elevata di 8K. Gli scienziati hanno scoperto che da svegli i polpi controllano migliaia di minuscole cellule pigmentate della loro pelle, dando vita a una vasta gamma di diversi modelli.
“Usano questi schemi per mimetizzarsi in ambienti diversi e in manifestazioni sociali o di minaccia, come mettere in guardia i predatori e comunicare tra loro” spiegano. E gli stessi mutamenti di colore di pelle avvengono anche durante il sonno attivo.
Le forti somiglianze tra il sonno attivo e gli stati di veglia potrebbero essere spiegate da una serie di ragioni secondo gli studiosi. La prima è che i polpi potrebbero mettere in atto delle strategie legate ai cambiamenti di colore della pelle per migliorare il loro comportamento mimetico da svegli o semplicemente mantenere le cellule del pigmento.
Un’altra teoria intrigante è che queste creature marine potrebbero rivivere e imparare dalle loro esperienze di veglia, come cacciare o nascondersi da un predatore, e riattivare il modello della pelle associato a ciascuna esperienza. In poche parole sarebbero in grado di sognare.
In questo senso, mentre gli esseri umani possono riferire verbalmente che tipo di sogni hanno avuto solo una volta che si sono svegliati, il modello della pelle dei polpi funge da lettura visiva della loro attività cerebrale durante il sonno – sottolinea il professor Reiter.– Al momento non sappiamo quale di queste spiegazioni potrebbe essere corretta. Siamo molto interessati a indagare ulteriormente.
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