Mentre in Italia si smantella il Corpo forestale, in Norvegia si sta sperimentando la polizia per i diritti degli animali
Mentre in Italia si smantella il Corpo forestale, in Norvegia si sta sperimentando la polizia per i diritti degli animali. L’assorbimento della Forestale in un’altra forza di Polizia ha incassato il sì del Senato qui in Italia. Ma fuori dai nostri confini come siamo messi quanto a tutela degli animali?
Molto bene in Norvegia, dove sta nascendo un’unità di polizia specifica per indagare sulla crudeltà verso gli animali. La polizia della contea occidentale di Sor-Trøndelag nominerà tre persone – un investigatore, un esperto legale e un coordinatore – per combattere gli abusi sugli animali, sostenendo che chi fa male gli animali spesso danneggia anche le persone.
Nel 2014, 38 casi di maltrattamento di animali sono stati segnalati alla polizia in Norvegia. Secondo la legge norvegese, gli atti di maltrattamento degli animali portano a una pena massima di tre anni di carcere. Simili unità di polizia per i diritti degli animali operano anche nei Paesi Bassi e in Svezia. L’obiettivo è aiutare gli animali e combattere, allo stesso tempo, i crimini e gli attacchi contro le persone.
È lo stesso motivo per cui torturare e uccidere gli animali sara’ un crimine punito pesantemente dalla legge negli Stati Uniti, con una propria categoria, come omicidio, incendio doloso o aggressione. I giovani che torturano e uccidono gli animali, infatti, diventano sono inclini alla violenza contro le persone. Lo dicono gli studi e la storia.
Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee, aveva impalato teste di cani, rane e gatti su bastoni; David Berkowitz, conosciuto con i soprannomi ‘Son of Sam’ o ‘.44 Caliber Killer’, avvelenò il pappagallino di sua madre; Albert DeSalvo, lo “strangolatore di Boston”, intrappolava cani e gatti in casse di legno e li uccideva sparando frecce.
Roberta Ragni
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