La plastica sta uccidendo il 40% delle tartarughe marine, soprattutto tra i cuccioli

Tartarughine marine: anche un solo pezzettino di plastica le può uccidere Anche un solo pezzettino di plastica può essere letale per una tartarughina marina che hanno quattro volte più probabilità di morire rispetto agli adulti. A stabilirlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports

Tartarughine marine: anche un solo pezzettino di plastica le può uccidere

Anche un solo pezzettino di plastica può essere letale per una tartarughina marina che hanno quattro volte più probabilità di morire rispetto agli adulti. A stabilirlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

Che la plastica abbia invaso i nostri mari non è purtroppo una novità. Vittime dei rifiuti sono pesci, tartarughe e uccelli di cui sempre più spesso mostriamo immagini sconcertanti di rifiuti nel loro stomaco o nell’apparato respiratorio. Ma tra le più colpite da questa emergenza ci sono le tartarughe appena nate che hanno corpi più deboli e anche più probabilità di ingerire plastica e microplastiche.

Le tartarughine si nutrono a largo ed è proprio li che c’è una maggiore concentrazione di rifiuti. Secondo i ricercatori una su cinque muore per questo motivo e quindi non arriva all’età adulta, mettendo a rischio la specie. Nello studio si legge che metà di tutte le tartarughe marine del Pianeta hanno ingerito almeno una volta nella loro vita della plastica.

Il team suggerisce che se un animale ha ingerito più di 200 pezzi di plastica, trova una morte certa, mentre già 14 pezzi danno il 50% e un pezzo il 22%. Ma quando parliamo di baby tartarughe la situazione cambia, perché può bastare un solo pezzettino a mettere a rischio la loro vita.

“A causa del loro tratto digestivo, non rigurgitano nulla. Se un pezzettino di plastica finisce nel posto sbagliato può bloccare quel canale e significa che nulla può passare e alla fine il blocco può portare alla morte” ha detto alla BBC News Britta Denise Hardesty, principale autrice dello studio.

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Non c’è da stare tranquilli perché quei paradisi in cui le tartarughe nuotavano felicemente stanno man mano scomparendo.

“Le giovani tartarughe galleggiano e fluttuano con le correnti oceaniche come fa gran parte della plastica leggera. Pensiamo che esse siano meno selettive in ciò che mangiano rispetto agli adulti che mangiano piante marine e crostacei avvicinandosi alla riva”, ha continuato Hardesty.

La ricerca, dunque, conferma che la plastica sta avendo un impatto sproporzionato sulle nuove generazioni e sulla riproduzione. Ma nonostante i tentativi di pulizia degli oceani, la situazione è tutt’altro che rosea, si stima che da 4,8 a 12,7 milioni di tonnellate di detriti di plastica siano arrivati fino al mare.

“I nostri risultati sono allarmanti: forniscono il collegamento critico tra le recenti stime sull’ingestione di plastica e gli effetti sulla popolazione di questa minaccia ambientale”.

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Dominella Trunfio

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