L'allarme era scattato quando uno dei pitoni, era stato ritrovato all'interno di un contenitore dell'immondizia di un condominio a La Spezia.
L’allarme era scattato quando uno dei pitoni, era stato ritrovato all’interno di un contenitore dell’immondizia di un condominio a La Spezia. Ma ciò che hanno scoperto i carabinieri forestali del nucleo CITES fa davvero rabbrividire: un vero e proprio allevamento di serpenti detenuti senza documentazione né alcuna autorizzazione da parte della Asl 5 e violando il regolamento comunale sulla detenzione degli animali.
I militari ne hanno sequestrati ben 119. Come dicevamo, uno dei pitoni era finito in un contenitore dell’immondizia e i residenti avevano avvertito i militari che tempestivamente sono intervenuti per capire da dove provenisse l’animale. Così dopo i dovuti controlli, i carabinieri hanno scoperto un vero e proprio allevamento abusivo. L’uomo che deteneva i pitoni in maniera del tutto illegale è stato sanzionato.
Ricordiamo che esiste una severa legislazione che norma il mantenimento di serpenti, molti dei quali sono in stato critico di conservazione.
CITES e normative locali vanno rispettate, pena multe. Secondo il nucleo CITES non si tratta di troppo zelo: se la specie è inclusa in liste protette, va dichiarata al momento dell’acquisto, in modo che il possesso sia registrato. Questo anche perché non deve accadere che ci siano alterazioni pericolose dell’ambiente naturale, né con prelievi eccessivi, che mettono le specie a rischio di estinzione, né con rilasci impropri.
“Purtroppo, infatti, esistono persone che acquistano avventatamente animali di cui poi non sono in grado di prendersi cura e come soluzione non trovano di meglio che abbandonarli in libertà, causando danni gravissimi agli equilibri ambientali”, chiosa CITES.
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