Tre Prime Nazioni nella regione stanno decidendo sul futuro degli allevamenti di salmone atlantico a rete aperta e sperano che si arrivi presto alla protezione della specie
L’aumento delle infestazioni da pidocchi di mare negli allevamenti sta mettendo a dura la prova la sopravvivenza dei salmoni selvatici del Pacifico nel Canada occidentale. C’è preoccupazione tra gli ambientalisti e tra i popoli indigeni delle First Nations che devono decidere sul futuro di questo tipo di commercio.
Ma cosa sono i pidocchi di mare e qual è il loro impatto? I pidocchi di mare sono parassiti che si nutrono della pelle, dei muscoli e del muco dei salmoni (ma anche trote). Si stima che bastino undici pidocchi per annientare un salmone. Questi parassiti creano lesioni cutanee alle pinne riducendo la capacità di nuoto, alterando la crescita e l’alimentazione di questi pesci. I corsi d’acqua attorno all’arcipelago di Broughton sono pieni di allevamenti di salmone, recinti a rete aperta, gabbie in cui si creano appunto condizioni favorevoli per far crescere questi pidocchi di mare.
Nelle acque del Pacifico si trovano due specie di pidocchi di mare: Caligus clemensi e Lepeophtheirus salmonis. All’inizio degli anni 2000, le popolazioni che vivono nell’arcipelago hanno iniziato a notare giovani salmoni rosa selvatici infestati dai pidocchi. Nel 2002, il numero di salmoni rosa selvatici giunti nei fiumi e nei torrenti dell’arcipelago di Broughton per deporre le uova è crollato da oltre tre milioni di pesci nel 2000 a un misero 147mila nel 2001, un calo senza precedenti.
“Gli allevamenti di salmoni a rete aperta a Broughton sono diventati motivo di preoccupazione”, afferma il biologo marino Andrew Bateman della Pacific Salmon Foundation. “Allevamenti simili nell’Atlantico sono stati associati alla diffusione dei pidocchi di mare, causando un declino delle popolazioni selvatiche nelle acque norvegesi”.
Preoccupati per il futuro del salmone del Pacifico, i Mamalilikulla, ‘Namgis e Kwikwasut’inuxw Haxwa’mis First Nations hanno iniziato la loro lotta decennale per sbarazzarsi degli allevamenti di salmone da selvatici, proteggere questi pesci e muoversi verso un’acquacoltura sostenibile.
Nel 2018, le tre nazioni hanno firmato un accordo da governo a governo con il governo provinciale della British Columbia, per creare un piano di transizione per 17 allevamenti ittici gestiti da MOWI Canada West (ex Marine Harvest Canada) e Cermaq Canada. Ma non solo. È stato istituito un programma di monitoraggio e ispezione guidato dalle Prime Nazioni per supervisionare le operazioni di allevamento ittico e monitorare le infestazioni da pidocchi marini negli allevamenti durante il processo di transizione.
Negli ultimi tre anni, dieci allevamenti sono stati dismessi e il futuro di altri sette deve essere deciso entro la fine di quest’anno. Ma da tempo le First Nations hanno chiesto azioni per proteggere i salmoni selvatici, che sono già diminuiti nel secolo scorso a causa di anni di disboscamento, distruzione di torrenti, agricoltura, inquinamento e attività industriali.
Fonte:Pacific Fisheries Resource Conservation Council
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