Polverone per il film 6 Underground del regista Michael Bay. Girato in Italia nel 2018 sul set ci sarebbero stati maltrattamenti di animali, piccioni nello specifico. L'avvocato del regista avrebbe negato qualunque insinuazione definendo le accuse sul caso infondate
Dozzine di piccioni sarebbero stati lanciati con violenza contro una vettura in una delle scene del film Netflix 6 Underground girato in Italia nel 2018. Al centro della polemica è finito il regista Michael Bay, accusato di maltrattamento di animali sul set.
La scena incriminata vede Ryan Raynolds nel pieno dell’azione quando la visuale viene impedita da circa 40 piccioni scagliati sul parabrezza dell’auto. Uno di questi sarebbe morto durante la ripresa perché colpito da una cinepresa.
Stando a quanto si apprende qualcuno sul set avrebbe assistito all’episodio e denunciato l’accaduto. Il legale di Bay Mathew Rosengart avrebbe smentito ogni insinuazione, asserendo che tantissimi altri testimoni durante le riprese possono confermare il contrario.
L’avvocato chiarisce però in una lettera che l’unica accusa mossa contro il suo assistito in qualità di regista del film sarebbe quella di non aver supervisionato adeguatamente i membri della troupe responsabile della gestione degli animali sul set e nella fattispecie i piccioni. Questi ultimi sono una specie protetta dalle direttive europee e sono stati procurati dalla società Zoo Grunewald, che fornisce animali per il cinema, televisione, spettacolo.
Il caso si sarebbe potuto risolvere con il pagamento di una multa, ma Michael Bay si è detto da subito contrario a questa soluzione, non essendo disposto a dichiarare la sua presunta colpevolezza. In un articolo pubblicato dal The Wrap, sito di informazione di Hollywood, Bay chiarisce di non aver mai fatto del male ad alcun animale in tutta la sua carriera.
Sono un noto amante degli animali e un grande attivista. Nessun animale coinvolto nella produzione è stato ferito o maltrattato. O in qualsiasi altra produzione a cui ho lavorato negli ultimi 30 anni, ha detto Bay.
Resta il fatto che nel XXI secolo continuammo ad assistere ad animali veri sui set cinematografici forniti da zoo e altre strutture e trasportati qua e là per figurare nelle riprese. Così è stato per gli elefanti nella produzione di Nanni Moretti a Roma o per l’ippopotamo comparso agli scavi di Pompei.
Le tecnologie più innovative ci consentono di sostituire gli animali. Se tutti decidessero di adoperarle, non assisteremmo più a queste denunce.
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