Piccione ucciso a bastonate da un gruppo di adolescenti a Sassari: “basta violenza gratuita, bisogna insegnare il rispetto”

A Sassari una decina di adolescenti ha preso di mira un piccione indifeso e lo ha ucciso a bastonate per divertimento. Cosa stiamo insegnando alle giovani generazioni...?

Preso a colpi di bastone, senza pietà. Così è morto un povero piccione a Sassari, in Sardegna. Ad ucciderlo, nel piazzale sopra il mercato civico, una decina di adolescenti. Inutile la corsa verso il pronto soccorso veterinario, per l’animale non c’è stato nulla da fare, come riferito dall’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che ha annunciato di voler denunciare il brutale episodio.

Per accendere i riflettori sui numerosi maltrattamenti a danni di animali indifesi inflitti dalle giovani generazioni la dottoressa Roberta Demontis, veterinaria specializzata in animali esotici e non convenzionali, ha pubblicato un duro post su Instagram, allegando le angoscianti immagini del piccione, morto a seguito dell’emoraggia e delle fratture riportate a entrambi gli arti inferiori.

https://www.instagram.com/p/C4Z8XlfKCtX/?img_index=1&hl=it

Dobbiamo dire basta. Basta alla violenza gratuita contro chi non si può difendere. Non vi importa perché si tratta di un piccione? Come se la sua vita contasse meno di un cane, un gatto o un uccello più “pregiato”? E allora pensate che chi commette una tale violenza su un inutile piccione è un violento. – scrive l’esperta, con l’amaro in bocca – E una persona che sfoga la sua rabbia in questo modo, dopo il piccione colpirà il gatto o il cane randagio, il senzatetto che dorme sulla panchina… Sfoga la sua rabbia vigliacca contro chi non si può difendere. Facciamo tante campagne contro bullismo e femminicidi, ma questi atti di violenza contro un piccione sono un campanello d’allarme. Tanti studi hanno dimostrato che i violenti sperimentano prima sugli animali, per poi passare alle persone.

Ormai non si contano più i casi di animali uccisi per divertimento o per noia da ragazzi, spesso giovanissimi. Un paio di mesi fa è toccato a un gattino randagio di nome Grey, ucciso calci e gettato nella fontana della piazza di Alberobello da una 16enne.

È stato segnalato l’episodio ai vigili, ma la sola repressione non basta. – continua la dottoressa – Si sposteranno da quel luogo per andare altrove. Bisogna insegnare il rispetto per animali, persone e cose.

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Fonti: OIPA/Roberta Demontis

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